Scriveva nel lontano 2007 Flavio Santi in Nazione Indiana, precisamente nel post
“DIAMO TUTTO IL POTERE AGLI EDITOR”:
http://www.nazioneindiana.com/2007/04/14/diamo-tutto-il-potere-agli-editor/
«Si può partire da un’impressione molto prossima alla certezza (già sottolineata da Moresco in un suo intervento in rete): oggi gran parte della letteratura dei secoli passati verrebbe rifiutata dai comitati editoriali delle case editrici. Si pensi soprattutto al secolo per eccellenza del romanzo, l’Ottocento, a capolavori inarrivabili. I romanzi di Balzac sarebbero giudicati troppo lenti e involuti da qualsiasi direttore di collana, così Anna Karenina (“plot troppo lento, manca di dinamismo, sviluppa in ottocento pagine ciò che potrebbe economizzare in cento”) o i Fratelli Karamazov (“troppi fili lasciati sospesi, trama eccessivamente divagante”). Per non parlare di gente come Proust. Ci si trova in una situazione strana e ipocrita (aveva ragione Gramsci a dire che è il vizio italiano per eccellenza): si continua a legittimare – giustamente – la grandezza di questa letteratura, ancora in questi anni si è sentito parlare di nuovo Proust per Alessandro Piperno (!), senza però svelare l’ipocrisia che oggi un’opera come La recherche (che già all’epoca faticò non poco a trovare un editore) verrebbe rifiutata da chiunque. Eppure la collana della “Repubblica” dei classici dell’Ottocento ha funzionato bene. Quindi? Quindi forse il problema è nelle case editrici, ormai troppo atrofizzate in certi parametri, e non nei lettori che sono molto più svegli e intelligenti di come vogliono farceli passare. Tutto questo per ribadire che il lettore vuole libri necessari, e non preconfezionati da furbi (ma fino a che punto poi?) broker editoriali… [cut]… Quindi, per semplificare le cose, ed evitare atroci dubbi futuri, ecco una soluzione: basta con gli autori! che siano gli editor d’ora in poi a firmare i libri! O che comunque si riconosca all’editor non più uno statuto secondario e all’ombra, ma di primaria rilevanza. Tanto per essere chiari: che risulti in copertina con l’autore e non negli stitici ringraziamenti finali. »
Ebbene, si parva licet componere magnis, ecco una mia recente esperienza come scrittore non già inedito, ma con alle spalle otto titoli pubblicati, di cui due tradotti in francese per Flammarion.
“Invio una scelta di miei materiali a un editore per il quale in passato ho eseguito delle traduzioni letterarie. Mi risponde una tizia di cui non so nulla, ma che – come non tarderò ad apprendere – nel giro di pochi mesi riuscirà a farsi sposare dall’editore stesso. Queste le quattro fasi del nostro primo scambio:
1) “Gentile signor Angelini, ho letti i racconti che ci ha mandato: belli! Originali, ben scritti, interessanti. Un romanzo l’ha scritto? Intendo per adulti, come i racconti.”
Mando vari testi. Questa la risposta:
2) “Caro Angelini, sono riuscita a leggere altre sue cose ma – lo ammetto – ancora non tutte! Mi ha fatto molto ridere (perché io amo molto le visioni comico-grottesche del mondo) il racconto sui Pink Floyd anche perché non solo sono mezza veneziana ma c’ero anch’io ai tempi del fantascientifico concerto e conosco a memoria la canzone dei Pitura Freska. Il pezzo (surreale) sulla NIE, sempre dal mio punto di vista, è esilarante. A presto.”
3) “Lo ammetto: mi sto affezionando a lei. Intanto, buon anno! Poi, per quel che riguarda le novità, non saprei da che parte cominciare. Ho fatto fatica a districarmi tra tutti i testi che mi ha mandato. Comunque, in parte li ho letti, in parte li ho fatti leggere e il giudizio è unanime (sempre lo stesso): lei scrive benissimo e la sua scrittura è molto affascinante e originale.”
Aggiungo altre proposte. Questa la risposta:
4) “Non ce l’ha un progetto più semplice con una trama che si possa seguire un po’ meglio?”
Chiedo alla mia interlocutrice se intenda dirmi: “O perde complessità, o si attacca al tram”.
La tipa me lo conferma senza inutili giri di parole.
Scelgo di attaccarmi al tram e mi faccio da parte. Passano alcuni mesi, poi la tipa si rifà viva e mi propone di confezionarle un romanzo di argomento veneziano. Invio una cosa forte, in linea con il tipo di scrittura che mi pare di saper padroneggiare meglio. La tipa, sicuramente più giovane e meno preparata di me, mi fa sapere che sì, continua a pensare che io scriva benissimo, ma che il mio novel non ha soddisfatto i suoi gusti: va RISCRITTO da cima a fondo.
Reagisco dicendo che da un editor non mi aspetto un intervento così INVASIVO da riguardare il 100% dell’opera. Ben vengano suggerimenti e ritocchi, certo, ma a tutto c’è un limite. La invito a dimostrare davvero la fiducia palesata nei confronti del mio tipo di scrittura.
La tipa risponde così: o riscrivo il libro come piace a lei, o non si procede. Per la seconda volta mi faccio da parte, con il sospetto che la mia interlocutrice si diverta un sacco a illudere le persone sbilanciandosi in complimenti esagerati per poi prendersi il sadico piacere di sottoporle a una doccia gelata, dall’alto dell’ormai raggiunto scranno padronale.
Naturalmente, poco diplomatico come sono, glielo faccio sapere e adesso ho la certezza che la tipa non si rifarà viva una terza volta per ripetere lo scherzetto.
In compenso ho capito che mi resta una sola via aperta: tentare di sposare a mia volta un’editrice:-)
Tag: alice di stefano, editing, editor
14 marzo 2011 alle 11:19
Questo secondo me è un ottimo contributo – seppur aneddotico – all'analisi del tema: "Cos'è diventata l'editoria oggi" (almeno in Italia). In molti casi è roba da teatro delle marionette, analogamente al teatrino mediatico-politico a cui siamo ormai abituati. Invidie, ripicche, piccole vendette o semplice e stupido sadismo la fanno da padroni, come sappiamo; oltre alla mentalità bottegaia, si capisce.
Così come hai citato quell'articolo di NI, ora la stessa NI – se volesse uscire dalla sua logica bottegaia – dovrebbe riportare il tuo contributo.
14 marzo 2011 alle 12:46
…oppure potresti fare come Carver (e non era l'ultimo cretino, forse) che si è fatto riscrivere la sua opera da Lish (il suo editor), traendone un discreto vantaggio. e questa tipa ci vedesse lungo… potresti guadagnarci!
perché non applicare lo stesso approccio umoristico-dissacratorio anche a questo specifico caso, anziché entrare subito in modalità guerrilla?
diana
p.s tra l'altro, se non l'avessi capito, la editor ti ama.
14 marzo 2011 alle 12:47
mi correggo:
"Se questa tipa ci vedesse lungo…"
scusate il refuso, mi è saltato il tasto della esse sulla tastiera
d
15 marzo 2011 alle 07:58
Resta il tema – gravissimo – della supponenza dei nuovi pischelli dell'editoria che pretendono di omologare a se stessi gli autori che pur dicono di apprezzare.
15 marzo 2011 alle 07:58
Resta il tema – gravissimo – della supponenza dei nuovi pischelli dell'editoria che pretendono di omologare a se stessi gli autori che pur dicono di apprezzare.
15 marzo 2011 alle 08:44
sì, la supponenza è un brutto affare.
Butto lì un'eventuale risposta a un'improbabile terza chance:
"Cara X.
lo ammetto: mi stavo affezionando a lei. Non ce l'avrebbe un altro progetto più semplice da smontarmi pezzo per pezzo per poi buttarlo nel cesso? Intanto, felicitazioni per il matrimonio! Mi ha fatto molto ridere perché anch'io amo molto le visioni comico-grottesche del mondo. Suo, Lioa"
d
15 marzo 2011 alle 08:52
Cara Diana, ormai il caso è chiuso… salvo strascichi legali. La tipa mi ha fatto sapere che non si possono pubblicare mail private senza il consenso del mittente. Forse si vergogna di come si è comportata nei miei confronti. Ma io non ho fatto il suo nome, anche se in molti hanno pensato a Inge Feltrinelli:- )
15 marzo 2011 alle 09:28
già che ci sei, se vai in spagna potresti sposare anche un editore, raddoppiando le chances di pubblicazione. (in realtà, in tutto questo volevo sapere che ha fatto Dario Borso per essere – insieme a te – nel guinness dei bannati. Riguarda sempre NI e NIE?))
d.
15 marzo 2011 alle 11:18
Per Dario Borso ho già espresso più volte la mia solidarietà, così come non ho mai mancato di bollare di oscurantismo i blogger che censurano i commenti non in linea con il proprio trombo-pensiero. I Wu Ming mi hanno addirittura oscurato un articolo che loro stessi avevano ospitato in GIAP, ma più trombone di Roberto Bui non c'è nessuno, in my humble opinion. A parte gli scherzi, non ho nessuna intenzione di risposarmi con chicchessia. Separato sono e separato resto. Quanto alla mia attività letteraria, se anche sopravviverà il solo "Grande, Grosso e Giuggiolone", pubblicato da El negli anni '90, mi riterrò contento. Al diavolo chi vuole riplasmarmi secondo i parametri della propria personale banalità. Ciao
15 marzo 2011 alle 11:18
Per Dario Borso ho già espresso più volte la mia solidarietà, così come non ho mai mancato di bollare di oscurantismo i blogger che censurano i commenti non in linea con il proprio trombo-pensiero. I Wu Ming mi hanno addirittura oscurato un articolo che loro stessi avevano ospitato in GIAP, ma più trombone di Roberto Bui non c'è nessuno, in my humble opinion. A parte gli scherzi, non ho nessuna intenzione di risposarmi con chicchessia. Separato sono e separato resto. Quanto alla mia attività letteraria, se anche sopravviverà il solo "Grande, Grosso e Giuggiolone", pubblicato da El negli anni '90, mi riterrò contento. Al diavolo chi vuole riplasmarmi secondo i parametri della propria personale banalità. Ciao
15 marzo 2011 alle 12:17
(non commento sui WM, per pura vigliaccheria)
Ma come diceva il mitico Iacovoni in "Alice va in città" di Virzì, l'Italia è il paese delle conventicole (quando prende il dizionario e legge a voce alta alla figlia: "Conventicola, ristretto gruppo di persone aventi fini comuni")! Tanto vale accettarlo, trovare la propria, o farsene una propria e metterla sul libero mercato delle conventicole. Vinca la migliore!
15 marzo 2011 alle 12:17
(non commento sui WM, per pura vigliaccheria)
Ma come diceva il mitico Iacovoni in "Alice va in città" di Virzì, l'Italia è il paese delle conventicole (quando prende il dizionario e legge a voce alta alla figlia: "Conventicola, ristretto gruppo di persone aventi fini comuni")! Tanto vale accettarlo, trovare la propria, o farsene una propria e metterla sul libero mercato delle conventicole. Vinca la migliore!
15 marzo 2011 alle 13:49
Sulle conventicole, segnalo il mio post:
http://ferrucci.wordpress.com/2010/11/23/2211/
e su WM segnalo un altro mio post:
http://ferrucci.wordpress.com/2010/12/24/i-signori-ming/
15 marzo 2011 alle 13:49
Sulle conventicole, segnalo il mio post:
http://ferrucci.wordpress.com/2010/11/23/2211/
e su WM segnalo un altro mio post:
http://ferrucci.wordpress.com/2010/12/24/i-signori-ming/
15 marzo 2011 alle 14:03
Magari nella prossima vita mi iscrivo anch'io a qualche conventicola. Per quel che resta della "presente e viva", preferisco restare cane sciolto e senza collari.
15 marzo 2011 alle 14:03
Magari nella prossima vita mi iscrivo anch'io a qualche conventicola. Per quel che resta della "presente e viva", preferisco restare cane sciolto e senza collari.
15 marzo 2011 alle 15:07
siamo animali sociali (biologicamente), il branco è anche utile e necessario. Chi è chi è senza collare scagli la prima pietra! d
15 marzo 2011 alle 15:08
correzione
bastava il primo "chi è". d
p.s. ferrucci, ancora non sono andata a leggere, ma quotare due propri commenti fa WM!
15 marzo 2011 alle 15:08
correzione
bastava il primo "chi è". d
p.s. ferrucci, ancora non sono andata a leggere, ma quotare due propri commenti fa WM!
15 marzo 2011 alle 15:59
Diana, ovvio che non vivo da eremita e apprezzo l'amicizia e la comunanza di ideali, ma rifuggo da chi vorrebbe plasmarmi a propria somiglianza imponendomi idee che non condivido.
15 marzo 2011 alle 15:59
Diana, ovvio che non vivo da eremita e apprezzo l'amicizia e la comunanza di ideali, ma rifuggo da chi vorrebbe plasmarmi a propria somiglianza imponendomi idee che non condivido.
15 marzo 2011 alle 16:31
Diana, è vero: quotare due miei post (ma anche uno solo) è una cosa che non faccio mai! Ma qui da Lucio mi lascio un po' andare…
15 marzo 2011 alle 16:31
Diana, è vero: quotare due miei post (ma anche uno solo) è una cosa che non faccio mai! Ma qui da Lucio mi lascio un po' andare…
15 marzo 2011 alle 16:56
visto com'è facile wuminghizzarsi? Un tuffo dove l'acqua è più blu!
d
15 marzo 2011 alle 16:56
visto com'è facile wuminghizzarsi? Un tuffo dove l'acqua è più blu!
d
15 marzo 2011 alle 20:56
Lei chi è, signora o signorina D? Suvvia, si qualifichi, non abbia paura. Mica la mangiano.
16 marzo 2011 alle 16:36
Salve, gente! Sono la fanciulla (un po' frollata, invero) il cui blog è stato così gentilmente linkato dal signor Ferrucci qualche tempo fa (e contestualmente sono una contattA del signor Angelini su Facebook), e occasionale (tempus fugit) lettrice anche del suo blog.
Magari il mio intervento non è del tutto pertinente al post, ma in fondo quando si parla di conventicole possiamo considerle tutte come una grande famiglia, nevvero?
Lasciatemi sfogare: io non avrei aggiunto "a parte gli scherzi" in coda alla "trombosità" del signor WM 1. Sono mesi ormai che si è arroccato coi suoi fedelissimi in un gruppo ove si insultano ovvero non sono semplicemente ammessi tutti coloro che osano muovere critiche – ragionate – sul suo operato. Per la precisione "critiche" nel senso etimologico del termine.
La conventicola, che conta anche l'illustre giornalista nonché un'altra un po' meno illustre scrittrice, per caso afferisce tutta alla stessa agenzia letteraria (ma ovviamente è solo un caso, non potrebbe essere altro). Qualcuno su aNobii ipotizzò anche spiacevoli conseguenze sul vecchio traduttore se avessimo continuato a professarci semplicemente sue fan e a difendere – sempre in maniera ragionata – il suo precedente onesto operato, improvvisamente divenuto per molti odioso alla luce del Progresso wuninghiano O.O
Alla fin fine è lo stesso meccanismo.
Scusate lo sfogo. Mi ritiro in buon ordine.
16 marzo 2011 alle 16:36
Salve, gente! Sono la fanciulla (un po' frollata, invero) il cui blog è stato così gentilmente linkato dal signor Ferrucci qualche tempo fa (e contestualmente sono una contattA del signor Angelini su Facebook), e occasionale (tempus fugit) lettrice anche del suo blog.
Magari il mio intervento non è del tutto pertinente al post, ma in fondo quando si parla di conventicole possiamo considerle tutte come una grande famiglia, nevvero?
Lasciatemi sfogare: io non avrei aggiunto "a parte gli scherzi" in coda alla "trombosità" del signor WM 1. Sono mesi ormai che si è arroccato coi suoi fedelissimi in un gruppo ove si insultano ovvero non sono semplicemente ammessi tutti coloro che osano muovere critiche – ragionate – sul suo operato. Per la precisione "critiche" nel senso etimologico del termine.
La conventicola, che conta anche l'illustre giornalista nonché un'altra un po' meno illustre scrittrice, per caso afferisce tutta alla stessa agenzia letteraria (ma ovviamente è solo un caso, non potrebbe essere altro). Qualcuno su aNobii ipotizzò anche spiacevoli conseguenze sul vecchio traduttore se avessimo continuato a professarci semplicemente sue fan e a difendere – sempre in maniera ragionata – il suo precedente onesto operato, improvvisamente divenuto per molti odioso alla luce del Progresso wuninghiano O.O
Alla fin fine è lo stesso meccanismo.
Scusate lo sfogo. Mi ritiro in buon ordine.
16 marzo 2011 alle 21:13
Premesso che sono lieto di leggerla qui, sulla questione mi limito ad esprimere la mio personalissimo parere.
Il corpus kinghiano, quello che resterà nella storia, cioè la massa di romanzi più importanti, alcuni epocali, restano quelli tradotti fino all'anno scorso. Ciò che King produrrà d'ora in avanti saranno opere minori, corollari a quanto già creato e immortalato nel cinema. L'autore ha ormai espresso quello che doveva esprimere, secondo me. E il referente italiano del suo lascito resterà il suo traduttore storico.
16 marzo 2011 alle 21:13
Premesso che sono lieto di leggerla qui, sulla questione mi limito ad esprimere la mio personalissimo parere.
Il corpus kinghiano, quello che resterà nella storia, cioè la massa di romanzi più importanti, alcuni epocali, restano quelli tradotti fino all'anno scorso. Ciò che King produrrà d'ora in avanti saranno opere minori, corollari a quanto già creato e immortalato nel cinema. L'autore ha ormai espresso quello che doveva esprimere, secondo me. E il referente italiano del suo lascito resterà il suo traduttore storico.
29 marzo 2011 alle 16:15
Ciao Lucio (mi permetto il tu), mi farebbe piacere se parlassi della tua esperienza sul nostro forum (lo scrivo solo se mi dai il permesso, non vorrei fosse preso per spam).
Stiamo mettendo su un forum di scrittura ed editing collettivo, sicché questo tuo post sulla scriteriatezza di alcuni editor mi ha incuriosita.
Se ti va di parlarne dimmi come posso contattarti o se preferisci metto il link al forum
29 marzo 2011 alle 16:15
Ciao Lucio (mi permetto il tu), mi farebbe piacere se parlassi della tua esperienza sul nostro forum (lo scrivo solo se mi dai il permesso, non vorrei fosse preso per spam).
Stiamo mettendo su un forum di scrittura ed editing collettivo, sicché questo tuo post sulla scriteriatezza di alcuni editor mi ha incuriosita.
Se ti va di parlarne dimmi come posso contattarti o se preferisci metto il link al forum
29 marzo 2011 alle 18:50
Non sapendo nulla di te-voi (nemmeno il nome), preferirei vedere prima il forum e capirne di più. Il mio indirizzo è nomecognome@alice.it (sostituendo la prima parte, ovviamente).
4 giugno 2012 alle 21:13
“La tipa, sicuramente più giovane e meno preparata di me”…
Ma un dubbio? Un dubbietto! Piccolo, piccolino, minuscolo!
5 giugno 2012 alle 00:35
Eh, sì, qualche dubbietto la tipa dovrebbe farselo venire. Non si illudono le persone per niente.
10 luglio 2012 alle 05:52
[…] NUOVI FLAGELLI DELL’EDITORIA: L’EDITOR IPER-INVASIVO […]
10 luglio 2012 alle 11:12
Questo articolo è interessante, sincero e illuminante.
18 gennaio 2013 alle 15:52
Luciano, ti ringrazio per la segnalazione, per rispetto all’intervistata non ho voluto però rendere visibile il link…
30 ottobre 2013 alle 07:27
[…] Lucio Angelini ha letto Publisher di Alice Di Stefano, editor con cui in passato ha avuto contatti professionali. Ecco la recensione – […]
30 ottobre 2013 alle 08:56
[…] Lucio Angelini ha letto Publisher di Alice Di Stefano, editor con cui in passato ha avuto contatti professionali. Ecco la recensione – […]