Il 30 gennaio scorso Jan Reister ha pubblicato su Nazione Indiana l’articolo “DOVE LEGGERE UN EBOOK“. Questa la premessa:
“Due anni fa ho comprato un dispositivo per leggere ebook (reader, d’ora in poi) e da allora mi sono sentito dire sempre che ‘Eh, ma ce ne sono ancora pochi in giro, la gente ancora non li compra perché [frase a caso].’ Sono stati due anni di letture appassionanti, ed ora mi è venuta voglia di controllare quanti sono i dispositivi su cui qualcuno, magari proprio chi diceva ‘Eh, ma ancora non siamo pronti…’ può leggere un ebook, se vuole. Questa è la mia personale ricognizione, a cui se vuoi puoi contribuire.
[Segue breve, tranquilla rassegna dei principali e-reader in circolazione]
http://www.nazioneindiana.com/2012/01/30/dove-leggere-un-ebook/
Questa la conclusione:
“Se vuoi contribuire nei commenti con informazioni e fotografie sulle tue abitudini di lettura la cosa è assai gradita!”.
Ovviamente Jan Reister si rivolgeva ai frequentatori di Nazione Indiana, NON certo agli ospiti dei nidi d’infanzia.
Mi scrive scandalizzato l’amico Fabio Painnet Blade:
“Ho fra le mani una nuova sporcizia di N.I. a cui ti chiedo il favore di
dedicare un post nel tuo blog. Se non altro per sviluppare alcune considerazioni molto importanti sull’uso degli e.book che quei fascisti rossi [Fabio, suvvia! ] di NI tentano di boiccottare ALTERANDO E FALSIFICANDO il contenuto degli interventi non allineati. Ti espongo di sotto i miei tre commenti dei quali il terzo non compare più dopo qualche ora dalla sua (incauta per loro) uscita, cosicché possa capire meglio di che parlo.
Ecco i commenti in questione (i primi due non sono stati rimossi):
1) ( fabio painnet blade il 1 febbraio 2012 alle 21:18)
E questo sarebbe un confronto? mai sentite tante voci cantare nello stesso coro!
2) ( fabio painnet blade il 1 febbraio 2012 alle 22:08)
Ma che è informazione pubblicitaria ?
Pensavo si discutesse di qualcosa, invece qui abbiamo una bella comitiva di bambocci che si trastullano col giocattolino nuovo.
– E’ più bello il mio.
– ma il mio è più grande!
– il mio costa molto.
– il mio di più! ma vaffancù
3) quello cancellato (fabio painnet blade il 2 febbraio 2012 alle 07:22)” La discussione presenta circa il 79% (42/53) dei commenti favorevoli all’utilizzo dello strumento, il 15% sfavorevoli (perlopiù per questioni tecniche) e circa un 6% di pareri neutri. il corpo del commentario presenta notevoli ‘sviste’ (chiamiamole così) sotto il profilo sanitario. Ricordo che la materia è stata ampiamente trattata nelle opportune sedi scientifiche con la divulgazione dei dati relativi agli studi di settore e conseguente tutela giuridica verso i danni causati dall’utilizzo improprio del mezzo che il dibattito relativo al post, con espressioni ‘è come la carta’ oppure ‘narrativa interattiva’ (in riferimento alla prima infanzia), sembrano incoraggiare sconsideratamente. L’utilizzo improprio riguarda l’ignoranza delle norme sanitarie, specie nel caso di tutela di minori, dove è sempre bene specificare che l’uso dello strumento tablet – o simil tecnologia – non è compensativo della interazione fisica con l’ambiente, e della manualità ludica (non-virtuale) necessaria al corretto sviluppo psico-fisico. “
L’argomento della tutela dei minori deve aver scompaginato le loro trame [Fabio, maddai!]. Come vedi il commento n° 3 non presentava una terminologia fuori regola. Paradossalmente è stato lasciato il secondo, di taglio evidentemente scurrile. E’ il contenuto quindi che li spaventa.”
—
Secondo me Fabietto è andato clamorosamente off topic (il tema dell’articolo non era quello della salubrità degli e-reader nelle mani dei minori). Epperò non mi è chiaro perché il suo terzo commento sia stato oscurato. Invito l’amico Jan Reister a spiegare a Blade le ragioni della cancellazione.
Sul tema della cancellazione dei commenti si era già ampiamente indignato Walter Binaghi qui:
e io stesso qui:
per non parlare dei miei inutili tentativi di far rinsavire la Gran Scorbutica (Loredana Lipperini), mia censuratrice di fiducia🙂
Tag: Fabio Painnet Blade, Jan Reister, loredana lipperini, Nazione Indiana, Walter Binaghi
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3 febbraio 2012 alle 07:27
ATTENZIONE! non ‘cancellazione’ di commenti ma, in solidale assonanza con la peggior strategia propagandistica ribbentroppiana FALSIFICAZIONE DEI CONTENUTI, che vediamo espressa proprio
nella arroganza di un tale Jan (da me ribattezzato Jan culoskij – con la c – un pò perchè vi è anche molto di logica stalinista della manipolazione dell’informaz.) Insomma questo Janculoskij dopo aver cancellato un mio decisivo commento, mi apostrofa così (nel post di CzLt non compare, nel commentario di Ni, forse, non l’hanno ancora cancellato).
” bene ora conosciamo il tuo pensiero ”
m’avesse scritto, ” bada, sai che sei un coglione! ” ne sarei stato lusingato. Il mio pensiero – questo impunito – l’aveva appena cancellato!.
Quindi avrebbe dovuto scrivere: ‘ ora solo io conosco il tuo pensiero’.
3 febbraio 2012 alle 07:30
Fabio, non tragicizzare sempre tutto. Jan, secondo me, intendeva solo dirti: ok, tu la pensi così, ma noi stiamo semplicemente passando in rassegna i lettori di libri elettronici attualmente in circolazione (ambito nel quale Jan ha una sicura competenza).
3 febbraio 2012 alle 07:38
Ora io mi domando: il transatlantico della propaganda va messo in mani
esperte, salde e competenti. Fossi nei manager dei distributori di e.book mi premunirei per fare in modo che questo nuovo Janschettino della
navigazione virtuale, tenesse le sue manine unte molto distanti dai loro prodotti, perchè di questo passo i libricini virtuali desiderosi di invadere il mercato rischiano seriamente di finire tutti quanti all’isola del giglio, in pasto ai pesci.
3 febbraio 2012 alle 07:42
Perché prendersela contro uno solo dei tanti elettrodomestici di cui si fa uso, allora, anziché con l’industrializzazione tutta intera? Torniamo alle lotte luddiste? Alla civiltà pastoral/agricola? Per me va bene. Sono per la decrescita felice:-)
3 febbraio 2012 alle 07:52
@lucio> ‘ jan voleva dirti solamente…’
voleva dirmi, voleva rassicurarmi, voleva illuminarmi….
voleva, voleva, voleva. E perchè se voleva<non l'ha fatto?
Mi risulta che abbia fatto ben altro. E al buon binaghi che gli si voleva dire, dal medesimo pulpito facendo collage dei suoi commenti ?
Angelì è da quando ti conosco che ti incazzi con stà lipperini (che non so nemmeno chi sia) e da allora non faccio che ripeterti : ‘ la censura fa male a chi la pratica’, ma la falsificazione dei significati delle frasi è un suicidio bello e buono dell’incauto che viene beccato con le zampe nel sacco. Gioiamo allora perchè se queste logiche saltan fuori allora c’è ancora speranza…Ah! Ah!
@paolino ferrucci: già l’hai fatta bella ad insegnarmi il grassetto.
3 febbraio 2012 alle 07:56
@lucio: qui si discute sulla censura, mi sembra-
Per l’e.book – se si vuole parlare seriamente rimando ai commenti sul tuo post BAILA MORENO, dove risponderò a questa tua provocazione…ma più tardi. Buona giornata a tutti (a quasi tutti.)
3 febbraio 2012 alle 08:06
@fabio. ho solo affiancato la mia interpretazione della frase “bene, ora conosciamo il tuo pensiero” alla tua. Ma aspettiamo che venga Jan a illuminarci (lo conosco per persona illuminata). ribadisco di essere contrario alla censura dei commenti, malattia diffusa in rete da quelli che io chiamo i “BLOG CONSORZIATI” (nella diffusione del pensiero del Guru di Bologna, cui versare gli oboli segnalati da Ferrucci).
3 febbraio 2012 alle 12:00
Caro Lucio,
nelle discussioni a casa mia su NI cerco che si rispettino queste linee:
– usare gli stessi modi civili che su usano negli incontri di persona, faccia a faccia;
– discutere e criticare le idee, ma rispettare gli interlocutori;
– restare se possibile in argomento;
– non fare i furbi.
Non ti annoierò con la metafora del bar e non aggiungerò altro su questo argomento, comprensibilmente.
Un caro saluto.
3 febbraio 2012 alle 12:38
Se non altro per sviluppare alcune considerazioni molto importanti sull’uso degli e.book che quei fascisti rossi [Fabio, suvvia! ] di NI tentano di boiccottare .
siccome non seguo NI e non conosco fabio, il paragrafo l’avevo interpretato (al contrario di quello che credo intenda): “… l’uso degli ebook che quei fascisti rossi tentano di boicottare”, che tra l’altro avrebbe avuto più senso magari, se si tratta di fascisti rossi, quindi anticapitalisti, anticonsumisti, eccetera.
Sono andata a leggere il thread di NI, ed è effettivamente favorevole all’e-reader, ma tranquillo, discorsivo, non propagandistico, militante o espressione di una qualche congiura militante in atto.
Eppure le cose che scrive fabio mi quadrano, solo non riferite all’e-reader o al thread in discussione, ma alle dinamiche dei blog consorziati come li definisce, mi pare, lucio. Dei blog militanti in genere. (NI è uno di quelli, mi sembra di capire, avendo scorso i thread). Il tono sprezzante e liquidatorio di jan ci stava tutto, fabio l’ha còlto, e io lo riconosco per averlo subito senza che avessi neppure offeso qualcuno.
In rete, ognuno può farsi la sua Chiesa (giap, per es.) e predicare ai suoi convertiti, che poi lo linkeranno e ne saranno rilinkati ad lib, contribuendo a dare a ognuno l’impressione di avere uno straordinario seguito, o comunque “un seguito”. In realtà – così mi sembra – si tratta di una conventicola (come direbbe il mitico Iacovoni di “Caternina va in città”) allargata ma autoreferenziale e chiusa. La censura è ampiamente praticata, la difesa corporativa (dei loro commentarium) anche, la partigianeria spinta anche, il mobbing pure, eccetera. Perfino un tipo come Regazzoni, che pur essendo uno studioso (quindi competente – indipendentemente dal fatto che io sia d’accordo o no con lui), molto articolato e interessante negli interventi, e (quasi) mai offensivo, è stato allontanato da uno dei blog consorziati per quello che diceva, non per il come. E non ci sarebbe assolutamente niente di male perché ognuno a casa sua fa come gli pare. Se non fosse per l’ipocrisia evidente di chi predica costantemente tolleranza, democrazia, ibertà, pari opportunità (vale solo per le donne, e per alcune donne – come faceva notare per es. Regazzoni). Quella, sì, mi dà fastidio.
C’è – in alcuni (molti?) di questi blog – un approccio fortemente autoritario (la libertà e la tolleranza non sono neanche ai primi tre posti della hit parade), pedagogico (spetta a noi educare le masse, per il loro bene, perché loro non sanno qual è) e manipolatorio.
Questa è stata la mia esperienza, e quindi il giudizio è soggettivo e “inquinato”. Forse fabio ha avuto esperienze simili alle mie (anche se probabilmente abbiamo posizioni molto lontane) e quindi mi riconosco anche in quello che scrive lui.
C’è poi l’ultima ma non ultima variabile: la responsabilità personale, mia e di fabio. Forse dovremmo smettere di andare a rompere le scatole a chi ci sta sulle scatole (e che legittimamente fa il suo lavoro – in tutti i sensi), e dedicarci a qualcosa di più costruttivo.
(p.s. per fabio: scusa se mi sono permessa di tirarti in ballo senza conoscerti. Mi sono riconosciuta in alcune delel cose che scrivi, anche se non nella narrativa del complotto e della minaccia, perché davvero sarebbe dare troppa importanza a questi spazi virtuali, anche se consorziati.)
3 febbraio 2012 alle 12:47
Non capisco perché sia stato censurato, tra i tre, l’unico commento interessante, se pur ot, di fpb, il quale, debbo dire è entrato a gamba tesa in una discussione civilissima. A mio avviso non necessariamente bisogna sentirsi in obbligo di intervenire in una discussione che si reputa “noiosa” per farlo notare; credo anche che, a volte, un argomento possa essere sviscerato on line senza il colore della polemica, soprattutto una discussione come questa proposta da jan.
Sul discutere e criticare le idee ma rispettare gli interlocutori la mia esperienza personale mi ha insegnato, ahimé, cheon line sono proprio i paladini di questa massima coloro che nei fatti la applicano di meno proprio quando qualcuno critica il loro pensiero. E non mi sto riferendo a jan o a NI, che non frequento, a scanso di equivoci.
3 febbraio 2012 alle 13:38
Mi associo a Maria Pia, a proposito dei paladini.
Il terzo commento era effettivamente il più dettagliato e informativo. Avrebbe dato consistenza ai precedenti due un po’ inappropriati per il tono, ma il moderatore ha preferito lasciare che fabio apparisse come un semplice disturbatore offensivo. Dal mio punto di vista è scorretto, ma legittimo. Basta poi non fare prediche ad altri.
In generale, quando entra qualcuno a gamba tesa, o un “criticatore” abituale (tipo me, anche se ci sto lavorando per curare questo morbo), basterebbe ignorarlo. E’ sempre la strategia vincente. Che, tra l’altro,, non ti espone a ovvie critiche. Eppure, chi sa rinunciare a impartire una sana lezione?
3 febbraio 2012 alle 13:39
“@paolino ferrucci: già l’hai fatta bella ad insegnarmi il grassetto”
Infatti, mi son già pentito…*-°
3 febbraio 2012 alle 13:42
indispensabile la visione….
“Ristretto gruppo di persone aventi fini comuni… E’ un concetto chiave per capire come vanno le cose in questo paese.”
3 febbraio 2012 alle 13:58
@diait:
condivido in pieno (dalla prima all’ultima parola) la tua analisi.
@maria pia: “Non capisco perché sia stato censurato, tra i tre, l’unico commento interessante, se pur ot, di fpb, il quale, debbo dire è entrato a gamba tesa in una discussione civilissima.
E’ stato fatto, secondo me, con un evidente intento manipolatorio: far apparire l’autore dell’intervento importuno (a gamba tesa) come un bamboccio inconsapevole che viene lì solo per disturbare e non merita attenzione. Mentre, in realtà, aveva un’argomentazione, seppure off topic. Quindi, quello in oggetto parrebbe un vero intervento censorio e manipolatorio: quanto di peggio può esserci.
Per inciso, segnalo che gli “interventi a gamba tesa” nei commentari sono una classica specialità di colui (o di coloro) che si firma Wu ming, e di coloro che ne fanno le veci sotto altri nomi.
3 febbraio 2012 alle 14:00
p.s. “Esempio: “conventicola di letterati”.
Pure questo è un concetto chiave.
3 febbraio 2012 alle 14:08
jan, a proposito del suo quadralogo (poi paolino mi insegnerà come si dice):
ma lei lo ha fatto, il furbo, pubblicando i primi due commenti e non il terzo.
3 febbraio 2012 alle 14:26
Più propriamente: “tetralogo”.
Sulle “conventicole di letterati feci questo post un anno fa.
3 febbraio 2012 alle 14:32
vado di fretta per ora Sulla lavatrice di @Angelini.
Una volta stabilite le dovute relazioni con la questione trattata su NI e su CzLt , mi chiedo che ne avrebbero detto le massaie se in uno spot sulla lavatrice (per garantire le caratteristiche di sicurezza del prodotto), il carosello avesse strombazzato slogan di questo tipo:
“La vostra lavatrice è così sicura che potete anche lasciar giocare il vostro bimbo nella centrifuga”. Il caso che ho posto racchiude interess affinità , premesso che, a ben valutare il mio commento fantasma (fantasma perkè è stato preventivamente ammazzato), l’indicazione tanto fastidiosa aveva semplicemente inteso ribadire che l’uso dello strumento “non fosse compensativo dell’interazione fisica del ambino con l’ambiente, e con la manualità ludica (non-virtuale) necessaria al corretto sviluppo psico-fisico”, cioè che non fosse in fondo sostitutivo delle ATTIVITA’ MANUALI.
Nessun divieto o consigli a sproposito quindi, ma solo una responsabile limitazione ad un criterio inopportuno che stava passando per buono con affermazioni fuorvianti del tipo:
‘è come la carta’; ‘narrativa interattiva’ per l’infanzia ; etc.. La tavoletta quindi non è affatto come la carta, né come la narrativa interattiva (se priva di indicazioni sull’uso del gioco), pertanto deve comportare l’utilizzo di norme di tutela.
In quanto all’idea che le ‘innovazioni’ servano essenzialmente per innovare ( e qui l’esempio della lavatrice non calza affatto) che dire di più? non posso star qui a parlare a sedicenti comunisti di questioni già perfettamente risolte da Marx . “La teoria marxista della conoscenza”, famoso trattato in due volumi iperstampato e diffuso nel ultimo trentennio di questo secolo, ha chiarito egregiamente quali sono gli aspetti ideologici di questi sistemi ‘fintamente innovativi’ e che uso ne abbia fatto il capitalismo monopolistico (deriva del principio di ‘libero mercato’), quale uso ne ha fatto steve job e che uso ne faranno i suoi eredi da qui in avanti. Tutti sembrano averlo capito a parte i ‘neo-comunisti’ di NI, pare…
Per chiarire qual’è il mio rapporto con l’e-book passo una
richiesta all’informatissimo @Culoskij: dove posso trovare il testo digitalizzato de: “La teoria marxista della conoscenza” ? Grazie
3 febbraio 2012 alle 14:37
Ehm, “qual è” si scrive senza apostrofo.
3 febbraio 2012 alle 15:07
qual è
ahahaha! ma anche San Saviano ha scritto “qual’è” in un tweet, quindi se pò fa’.
tornando al tema discusso da fabio nel terzo commento censurato: qualsiasi cosa può, alla lunga, fare male. Stare chiusi nella propria cameretta a leggere Proust (specie sei hai 15 anni), può nuocere gravemente alla salute fisio-psico-sociale. E così via. Lascerei la parola a Nick Naylor, nella sua arringa alla fine di “Thank You for Smoking”, quando ribatte al senatore … (se lo trovo lo posto qui di seguito!)
3 febbraio 2012 alle 15:15
Jason Reitman (regista e sceneggiatore), da un libro di Christopher Buckley (che però ha riconosciuto che le battute migliori del film non sono sue…)
3 febbraio 2012 alle 17:33
Poi, Fabio, nel post precedente sei arrivato gridando:
“Aiuto angelini! Aiuto! I comunisti, indiani, wuminghia etc, mi hanno rotto il culo, stavolta“.
Come sai, non va bene far di tutta un’erba un fascio.
Innanzitutto, i wuminghia (come li chiami tu) sono sinistra-radicale-che-va-sulle-barricate, mentre gli indiani sono radical-chic. Significa che i primi fanno tanto “lotta politica che può prendere forme estreme”, mentre i secondi fanno tanto “signora mia alla Conchita De Gregorio”, per intenderci.
Alcuni fanno osservare che quando i wuminghia (come li chiami tu) fanno la questua, chiedendo nel loro blog:
“Se pensi che il nostro lavoro meriti una ricompensa, un incoraggiamento, un feedback, un… “controdono” da parte tua, puoi usare PayPal per mandarci qualche scellino. Non è nemmeno necessario avere la carta di credito, basta un conto corrente”
probabilmente stanno tentando di raccogliere fondi per fare la rivoluzione. I più maligni, invece (gli invidiosi-livorosi forse), pensano che si tratti semplicemente di sbarcare il lunario. Che pensare? Io sono garantista, quindi “in dubio, pro reo“.
3 febbraio 2012 alle 20:21
Ferrucci! Avevi dubbi che i cinesi de noantri, una volta “tanati”, modificassero il link? 😉
e trovo incompleta la tua definizione del collettivo: sono sinistra-radicale-che-ciancia-di-rivoluzione-barricata-dietro-gli-schermi-dei-loro-MAC :-p
3 febbraio 2012 alle 21:04
Ah, usano il Mac? Non lo sapevo.
Allora rettifico: sono sinistra-radicale-glamour-che-incita-alle-barricate.
3 febbraio 2012 alle 22:01
Ah, usano il Mac? Non lo sapevo
Ferru’, inter nos, non lo so neanch’io! Cazzeggiavo un po’: solo una associazione ironica al noto assunto che “il sistema si combatte dall’interno” 😉 e, caccolicchio!, che le uso a fare le emoticons? 😦
Approvo sicuramente la definizione di sinistra-radical-glamour che fa squisitamente pendant con twitstar scoglionata 😀 :-p
3 febbraio 2012 alle 23:07
@ tutti
E’ tardi. Una giornata seminfernale. Mi accomodo a notte inoltrata davanti al monitor e scorro il corpo dei commenti della giornata boccheggiando cotonosi pennacchi di fumo. Fumo, fumo, fumo.non è l’ecclesiaste e nemmeno perelà. Non riesco a connettere i pochi
neuroni ancora vigili, a differenza della chiavetta che accende la sua lucina, come un occhio che mi guarda. Anch’io la guardo e al contempo provo a rimettere insieme i pensieri. Faticaccia. Scorro ancora il commentario e non so da dove iniziare perkè di cose ne son state dette tante, ma le più istruttive me le passa come al solito il brillante ferrucci. Apprendo. Spero un giorno non si debba
pentire della sua infinita magnanimità. Fra ‘gambe tese’, netiquette, ‘[fabio suvvia]’, e balle varie, mi sento un idiota. Uno che non capisce. Infatti non capisco. Respiro un denso olezzo di impotenza, ci soffio sopra l’aroma acre della nicotina bruciata e
inalata come aria d’alta montagna. Mi si suggerisce una via d’uscita, una specie di ‘questo è il mondo, questa è la rete, fattene una ragione. Percepisco che una propostina piccola piccola su come fare per arginare simili soprusi non sembra possibile.A me sembra
banale invece, ma mi si dice che non c’è nulla da fare in casi simili. Apprendo. Leggo intanto fra le righe che in fondo certe condotte deplorevoli un pò me le sono andate a cercare; allora mi rileggo da NI: “mai sentite tante voci cantare nello stesso coro” – scrivevo.
Qui mi dicono che è ‘gamba tesa’. Lo dicono a me che mastico calcio di prima serie da tre generazioni.E me lo dice una donna, per giunta. Una donna che capisce di calcio dunque.Mah…
Mi rileggo ancora: ‘ questa è informazione pubblicitaria’, facevo notare. Fallo anche qua. Proseguo nella rivisitazione del mio avatar di NI che chiude in rima baciata, con un fancù leggero, leggero. ‘Piscio sul tappeto di casa di qualcuno’, mi si bacchetta ancora. Ma paolino mi mette il buon umore ed allora come trovare la forza di smentirlo? A quest’ora poi…
però mi ricorda una battuta televisiva: ‘ma qui si vuole dare il brevetto di volo alle mosche?’ – e ancora – ‘ma che,vogliamo scaldarci la sedia col microonde?’ dice un noto pagliaccio della tv.
Gamba tesa in un posto come quello? col cadavere caldo ancora sul letto? gamba tesa, dunque fallo. Palla a terra, punizione.
L’altra settimana al cagliari sono stati negati due rigori e mezzo contro la juve capolista, la juve fatta grande anche dalle sporcizie di moggi. E noi qui a discutere che lo sgambetto a centrocampo, meritava l’espulsione di Cossu. in fondo questo è il calcio, stronzetto! fattene una ragione. Forse dovrei puntualizzare gli interventi delle signore. Cacchio, però, quante cose da precisare, quante e troppe da sillabare. La tutela dei minori? Perchè qualcuno ci si è
pulito le scarpe con i diritti dei bmbini? Macchè, esagerazioni, provocazioni fuori luogo. Nun se pò fa. Punto.
Guardo l’orologio, è tardi. buona notte.
Ehi, dimenticavo. ma il janculoskij, poi s’è visto? Lo cerco. Non lo trovo. penso alle faccette di angelini e mi viene da far l’occhietto alla chiavetta wind. E’stanca pure lei. buona notte chiavetta. Lei lampeggia, scorreggia una nota sorda come un’ave maria e si
spegne dolcemente.
4 febbraio 2012 alle 08:36
@Jan reister. se ne hai lasciati due, potevi lasciarne anche tre. cancellare un commento è comunque uno schiaffo grave a qualcuno che, magari con malagrazia, sta esprimendo interesse per un dibattito in corso.
@fabio. non mi piace che tu chiami jan “janculoskij”. nel nomignolo c’è una punta di omofobia che mi irrita. cmq hai accusato l’anfitrione di cui eri ospite in Nazione Indiana di mercimonio (non credo che a Jan derivi qualche roalty dalla rassegna di alcuni e-reader attualmente sul mercato) oltre che di mancato riguardo per i minori, quando l’analisi delle caratteristiche tecniche di un prodotto che forse rappresenta il futuro del libro non era certo indirizzata a quel tipo di utenza.
4 febbraio 2012 alle 09:57
Per esperienza, so che quando si tirano in ballo i diritti e la tutela dei minori, c’è sempre puzzo di bruciato. I tutelatori hanno sempre altre agende. Credo che valga anche per molte tutelatrici dei diritti delle donne, di professione.
Non saresti entrato a gamba tesa e in un thread che, nello specifico, non conteneva assolutamente niente di infiammatorio? Non sei entrato lì per regolare conti tuoi, con loro e col mondo?
Non ti assumi nessun tipo di responsabilità, allora, è tutta colpa degli altri, e anzi rilanci liricizzando. Bene.
4 febbraio 2012 alle 10:16
“I tutelatori hanno sempre altre agende. Credo che valga anche per molte tutelatrici dei diritti delle donne, di professione.”
Chissà perché, mi viene già in mente un nome…
4 febbraio 2012 alle 10:20
p.s. paolo f, sei parente di Franco Ferrucci? Solo una curiosità.
4 febbraio 2012 alle 10:25
@diait. io, tempo fa, ho scritto a roberto ferrucci – scrittore veneziano – in fb pensando in realtà a paolo*-°
4 febbraio 2012 alle 10:39
ahahahaha! ma quanti Ferrucci ci sono?
Il Ferrucci che dico io ha scritto questo piccolo libro, nel 1993, che è il massimo dei massimi. Non sono una studiosa di queste robe, e la mia conoscenza di Leopardi è a livello scuola media, ma sembra che avesse già descritto l’Italia di oggi (o almeno la sua bisnonna) nel suo “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani”.
4 febbraio 2012 alle 10:40
No, non sono parente né del più illustre Franco Ferrucci, né del veneziano Roberto, ahimé (non mi dispiacerebbe essere figlio o fratello d’arte).
4 febbraio 2012 alle 10:46
Io di Franco Ferrucci ho Ars poetica, pubblicato da Il Melangolo.
«Un agile, moderno “trattato” di arte poetica. Insensibile all’ossessione inventariale e classificatoria di generi e autori entro “nuove” categorie fisse e immutabili, mira piuttosto a cogliere l’atto creativo e i suoi procedimenti nell’articolata ricchezza del loro sviluppo e delle infinite implicazioni, prospettando così inediti accostamenti e suggestivi itinerari di lettura.»
4 febbraio 2012 alle 11:06
è morto l’anno scorso, in America, dove insegnava da quasi sempre.
4 febbraio 2012 alle 11:18
Proprio la settimana scorsa ho tirato fuori da un cassetto il passaporto che feci più di trentina d’anni fa, e ho deciso di rifarlo: forse è un segno dei tempi. Già mio nipote (28 anni) vive e lavora a Los Angeles, e intende trasferirsi a Miami.
4 febbraio 2012 alle 14:37
eh, voi giovani fate bene a emigrare. noi anziani ormai schiattiamo qua…
4 febbraio 2012 alle 15:31
Nella città più bella del mondo, però.
4 febbraio 2012 alle 16:45
Come già detto altre volte, il mio TRIANGOLO DEL PIACERE è tra Dolomiti – Venezia – Montegrotto terme.
4 febbraio 2012 alle 21:29
noi anziani non ci facciamo mancare nulla… come il bagno con gli ibernisti :-))
4 febbraio 2012 alle 21:42
…ma si sta tanto bene in Italia. Mia madre dice una cosa che non so se l’ha inventata lei, ma se sì è un genio.. “Gli abitanti del mondo si dividono in due parti: una piccolissima, e sono quelli che abitano in Italia. L’altra enorme, e sono tutti quelli che vorrebbero viverci”.
New York? Io sto a Roma, il tetraottangolo della felicità! (Quando non nevica)
4 febbraio 2012 alle 22:12
Io qui fuori ho 80 centimetri di neve. Voi a Roma quanti ne avete?
(domani dovrò decidermi a scavare un sentierino per arrivare fino al cancello)
5 febbraio 2012 alle 08:08
Segnalo l’articolo di Repubblica:
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/02/03/news/editori_ultima_chiamata-29250845/?ref=HREC2-44
5 febbraio 2012 alle 10:06
@paolo
M’aspettavo una tua correzione. In effetti ‘scorreggia’ lo volevo scrivere con tre erre non con una. Scorrreggia= scorre già oppure già scorre, e le tre erre ci stavano bene onomatopeisticamente parlando
5 febbraio 2012 alle 11:27
Sempre alta ‘lirica’ la mia, naturalmente.
5 febbraio 2012 alle 11:55
…alta lirica “cotonosi pennacchi di fumo”, certamente, ma “pò” si scrive con l’apostrofo, fabbié. (scusate se mi sostituisco a paolino “la crusca” f.).
5 febbraio 2012 alle 12:08
noi a Roma possiamo camminare solo in mezzo alla strada, perché tutti i marciapiedi sono ghiacciati. Stiamo dando prova di altissime capacità di adattamento e sopravvivenza, come i pionieri americani in the wilderness. Fantastico. Il mio cane è esilarato. Non capisco di cosa si scusi Alemanno. Tenere in piedi un sistema antineve come quello che hanno città come Torino o altre dove tutti gli anni nevica a più riprese, in una città dove nevica così ogni dieci anni, sarebbe troppo costoso. Lo dice anche il metereologo Mercalli. Roma è sempre nel caos, a prescindere dai sindaci e dalle amministrazioni che si succedono, e un po’ meno male, dico io, sennò saremmo come i francesi o i tedeschi, con rispetto parlando.
5 febbraio 2012 alle 16:53
Qui mi dicono che è ‘gamba tesa’. Lo dicono a me che mastico calcio di prima serie da tre generazioni.E me lo dice una donna, per giunta. Una donna che capisce di calcio dunque.Mah…
@fbp, prova a scrivere ‘sto simpatico commento in uno dei siti cui alludono diait e Ferrucci (quelli gestiti dalle tutelatrici dei diritti delle donne, di professione.) e ti assicuro che la “censura” di Nazione Indiana ti sembrerà acqua limpida e fresca 😉
@Ferrucci, se andrai in Florida, magari d’inverno, fa’ un salto a Sarasota, non si sa mai…
@diait, tua nonna aveva ragione: Roma è la città più bella del mondo, in assoluto.
5 febbraio 2012 alle 16:55
@diait, sorry, condivido il pensiero della tua mamma 😀
5 febbraio 2012 alle 17:11
x maria pia
se l’Alta Commissione Femminile sulla Discriminazione di Genere lo acchiappa, a fabio, è spacciato. Io riformulerei con qualcosa tipo:
“dunque sei una delle tante donne competenti di calcio che però non riescono a emergere per via della cospirazione maschilista…” Eccetera.
5 febbraio 2012 alle 17:13
p.s. Scusate, meglio:
“una delle tante donne molto competenti di calcio”
5 febbraio 2012 alle 17:18
più che altro mi soffermerei a riflettere, prima di esternare vetusti luoghi comuni sul calcio-roba-da maschi che ormai l’espressione ” a gamba tesa” è entrata nel linguaggio comune…
5 febbraio 2012 alle 17:20
sorry, l’espressione “entrare a gamba tesa”…
5 febbraio 2012 alle 22:04
rimbalzando da un link all’altro arrivo qui, e con interesse leggo “La tavoletta quindi non è affatto come la carta, né come la narrativa interattiva (se priva di indicazioni sull’uso del gioco), pertanto deve comportare l’utilizzo di norme di tutela. “. Interessato dall’argomento, cerco all’interno della discussione una una conferma o una critica.
Non la trovo, e non essendo esperto in materia, mi permetto di chiedervi se potreste esprimere un vostro parere in merito alla neccessità dell’utilizzo di norme di tutela.
Grazie
5 febbraio 2012 alle 22:38
@beppe. che intendi per utilizzo di norme di tutela? tipo “vietata la vendita ai minori di 14?/18? anni?”
In realtà se un ragazzino legge un libro su un e-reader, (dove peraltro può allargare i caratteri a piacimento), magari mentre è in viaggio su un treno o tram, non mi sembra corra rischi di alcuna gravità. Ovviamente se passa otto ore al giorno sull’e-reader, questo non gli giova più di quanto non possa giovargli passare otto ore al giorno fissando qualsiasi altra cosa, compreso il naso di Fabio Painnet Blade, anziché correre, giocare con gli amici, praticare sport e via discorrendo.
6 febbraio 2012 alle 00:24
Lucio, il commento di @beppe, finalmente ci riporta al thread. Resettiamo tutto e riprendiamo da là. Avrei piacere a concludere il discorso che NI non mi ha dato occasione di sviluppare.
Caro Beppe, il criterio della tutela dei minori riguardava in realtà l’ estensione di un ragionamento più complesso. Lucio non lo vuole affrontare perchè crede che l’e-book gli porterà quegli onori che la perfida categoria degli editori consorziati (contro di lui) continua a negargli. Io ho cominciato il discorso su NI più per lui che per altri, infatti sugli intenti di quel consorzio di intellettuali da strapazzo (e più avanti vedremo il perché) non nutro alcuna fiducia e alcun dubbio.I loro misfatti ne sono una chiara conferma. Tuttavia sono potenti. Pensavo fosse chiaro , invece c’è voluta la lucidità razionale di paollino nel post successivo (ancora una volta) per tagliare definitivamente la testa al toro. Verrei adesso al dunque
Guarda caso è proprio lucio a passarmi un articolo di Repubblica dove la promozione dell’e-book viene, ancora una volta, spacciata come il nuovo strumento per tagliare le testa alle logiche clientelari della infima casta degli editori consorziati contro lucio (scherzo naturalmente).
Già il fatto che una tale denuncia provenga da un organo di informaz come Repubblica, dovrebbe suggerire qualche relazione. Ma se non la si vuol vedere,amen, non sarò io ad aprire un nuovo, inutile dibattito, tantomeno in questa sede.
Quel che sto cercando di dire da un pezzo è che l’e-book non si presenta come innovazione (non mi ripeterò sulle nuove frontiere delle nano-tecnologie digitali) , non si presenta come strumento sostitutivo del libro o della carta, ma quel che è peggio è che non si presenta nemmeno come valido espediente contro i mali dell’editoria. La mia tesi invece vuole indicare in esso il nuovo sistema per regalare all’editoria (la grande impresa editoriale, quello sì consorzio molto pericoloso) una nuova stagione di egemonia e un nuovo e più potente corso economico fondato sul monopolio.
Se ci soffermiamo ad osservare quanto accade nel mondo consumista potremmo accorgerci che una Innovazione (con la maiuscola) dovrebbe necessariamente portare ad un miglioram del prodotto e quindi a un beneficio evidente per i suoi fruitori. Gli esempi di innovazione (con la minuscola, quindi di falsa innovazione, son tanti). Si pensi al pane, poi ne riparliamo.
Magari domani però, perchè per oggi -forse- s’è detto troppo. Buona notte.
6 febbraio 2012 alle 06:46
@fabio. bene, ora sappiamo come la pensi:-)
(divertente, benché del tutto campata in aria,la tua supposizione : “Lucio crede che l’e-book gli porterà quegli onori che la perfida categoria degli editori consorziati contro di lui continua a negargli”).
Ho già ampiamente spiegato come, se sono sopravvissuto fino alla mia età pubblicando appena otto libri come autore per ragazzi e appena circa 150 come traduttore, posso sopravvivere senza ulteriori onori anche per la decina/ventina d’anni che mi resta da vivere prima della definitiva rottamazione. Dopodiché, se proprio il destino vorrà che il nuovo giocattolo elettronico mi porti graziosi dollari, li userò per un finale giro del mondo in 80 giorni.°-*
P.S. Non condivido nemmeno di striscio la tua visione apocalittica dell’invenzione dell’e-book.
6 febbraio 2012 alle 10:15
il commento di @beppe, finalmente ci riporta al thread.
@.@ oh oh, ma l’argomento del post non era quei cattivoni di NI che censurano fpb? e l’argomento del post in cui l’intervento di fpb è stato censurato non era la rassegna dei vari ereader in commercio e le loro caratteristiche trecniche?
Di grazia, qui qualcuno bara e vuol confondere le acque!
[…] il criterio della tutela dei minori riguardava in realtà l’ estensione di un ragionamento più complesso.
Basita @-@
Cosa c’entrano i minori, intesi come “minorenni” e la loro tutela (“La tavoletta quindi non è affatto come la carta, né come la narrativa interattiva (se priva di indicazioni sull’uso del gioco), pertanto deve comportare l’utilizzo di norme di tutela. “, scrive fpb) , con i “minori” nel senso di scrittori minori , cioè coloro che non hanno alle spalle una casa editrice che li pubblica?
In ogni caso diverse sono le proposte, anche in Italia, che vorrebbero la diffusione dell’e.reader e dell’ebook nelle scuole in sostituzione dei libri di testo: e basta una googlata a conferma.
ma questo è un altro argomento…
6 febbraio 2012 alle 10:47
rileggendo quanto scrive fabio, non ho ancora capito la relazione tra tutela dei minori e minaccia monopolistica. Ma ri-rileggerò. Però, fabio, il tuo ragionamento procede sempre per pre-supposizioni che – forse – confondono le aque. Cioè, non aiutano chi legge a seguire il tuo ragionamento.
L’e-reader non ce l’ho, mi dicono i miei nipoti che la qualità della lettura è buona. Non ho l’impressione che rappresenti una minaccia globale, ma è una semplice impressione. Non saprei neanche distinguere le innovazioni tra minuscole e maiuscole. Scelgo in base a gusti e necessità, e in modo sostenibile con le mie risorse. Se una cosa provata non mi piace, la abbandono. Un buon esempio che qualsiasi genitore può dare a un figlio, secondo me.
Quanto a innovazioni minuscole e/o maiuscole che fanno male, sposo, con occasionali riserve, la tesi di Steven Johnson, in Tutto quello che ti ffa male ti fa bene. Ma forse è anche lui un servo degli editori consorziati mondiali! (detto scherzosamente, se sapessi come cavolo si mette una faccina che ride lo farei…)
6 febbraio 2012 alle 10:48
scusate: Tutto quello che fa male ti fa bene…
6 febbraio 2012 alle 11:17
prendiamo un coltello: per certi usi può tornare utile, per altri magari meno (tipo tagliare la nebbia). lo stesso dicasi per un e-reader. ma non vorrei allargarmi al tema delle modalità d’uso di qualsiasi cosa*-°
p.s. è cmq vero che fabio a volte perde di vista il topic e si allontana per sentieri tutti suoi, ma guai a farglielo notare con un ironico “bene, adesso sappiamo come la pensi”*-°
6 febbraio 2012 alle 11:20
e cmq: se è convinto che gli e-reader rappresentino un pericolo per i minori, ci dica almeno perché e per quale fascia in particolare: da 0 a 3 anni? da 12 a 16? 🙂
6 febbraio 2012 alle 11:40
fabio, ti regalo virtualmente il libro di Johnson – “come videogiochi, televisione e cinema ci rendono più intelligenti”. Un po’ di sano pragmatismo americano, da pionieri che fanno affidamento sulal propria capacità di governare le cose, e non esserne governati… Qui da noi sembra che siamo tutti costantemente sotto minaccia. Ma che, davéro? Mica siamo ominicchi e donninicchie.
Gli stereotipi ci minacciano, l’editoria ci minaccia, gli e-reader ci minacciano…. Tutti in piazza!
L’ultima è la storia del niente carcere per gli stupratori… Solo che poi si scopre che è niente carcere (ma misure cautelari alternative, se e dove il giudice ritiene che siano praticabili, a seconda della gravità dello specifico quadro accusatorio) PRIMA DEL PROCESSO, prima della sentenza di colpevolezza. Quindi, decidiamoci: siamo favorevoli al carcere preventivo mandatorio, e ai detenuti in attesa (decennale) di giudizio? e al sovraffollamento delle carceri? Se rispondiamo di sì, poi ricordiamocelo prima di scendere in piazza contro questi istituti…
Scusate, questo è veramente OT.)
6 febbraio 2012 alle 11:59
Io, personalmente, sarei per una bella amnistia, e si ricominci tutto da capo. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato.
6 febbraio 2012 alle 12:14
… basta ca ce sta ‘o sole, ca c’è rimasto ‘o mare, ‘na nenna core a core, ‘na canzone pe’ cantà…
ma simm’ e Napule, Paole’?
😉
(ma tu non eri TORRANCEizzato under the snow?)
6 febbraio 2012 alle 12:43
Sì, sono under the snow, ma il filo telefonico che mi porta la linea a casa non s’è ancora rotto (stranamente).
6 febbraio 2012 alle 13:48
Ferrucci, ti autogufi? 😉
6 febbraio 2012 alle 14:03
Nelle ultime grosse nevicate si è sempre spezzato, e la ditta che li ripara non s’è presentata prima di due mesi. Se stavolta non si rompe è un miracolo (per un tratto attraversa un intrico di rami di alberi, che se si spezzano è finita):-/
6 febbraio 2012 alle 14:04
Chissà, forse c’è già qualcuno che gufa…;-)
6 febbraio 2012 alle 14:12
Segui il consiglio di Alemanno: spala la neve e pota gli alberi da solo.
6 febbraio 2012 alle 14:34
Alemanno ha i nervi a fior di pelle in questi giorni: mamma mia, non gli si può dir niente.
6 febbraio 2012 alle 14:59
do as the romans do, paolo: arrangiati!
La cosa più sensata, per quanto riguarda la situazione romana, l’ha detta (a sorpresa!) Mercalli:
“Cari romani, siete disposti a pagare una fraccata di tasse in più per tenere in piedi una macchina antineve che poi useremo sì e no una volta ogni cinque anni/dieci anni?”
Qualcuno alza la mano?
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-04/mercalli-replica-alemanno-previsioni-155245.shtml?uuid=AanGr7mE
6 febbraio 2012 alle 15:23
Ma i romans quanti centimetri hanno? Dieci, quindici, venti? A Urbino la neve arriva fino ai tetti, ecchecaspita.
6 febbraio 2012 alle 15:27
Su, non fate a chi ce l’ha più lunga.
6 febbraio 2012 alle 15:27
Naturalmente, spesso a spalare sono gli anziani e, per chi è a rischio infarto, l’accoppiata micidiale “freddo+tipo di sforzo” fa vittime.
6 febbraio 2012 alle 15:29
(io ho un apparato cardio-vascolare eccellente, sia chiaro, quindi me lo posso permettere.)
6 febbraio 2012 alle 16:04
qui attualmente il problema è il ghiaccio. Non abbiamo né i mezzi né il sale da spargere. Ma la neve si sta rapidamente sciogliendo dopo due giorni di sole.
6 febbraio 2012 alle 16:07
il ghiaccio, in effetti, è un grosso problema in città: soprattutto per gli automezzi e per gli anziani. Chi non vive a Roma fa presto a parlare, mi dicono…;-)
8 febbraio 2012 alle 07:02
Alè! O’ bazzicato per NI e dintorni e ne son tornato più gasato che mai.
Dopo aver tastato il terreno alla ricerca di assonanze con quanto ò provato a sostenere su CzLt , mi ero quasi deciso a lasciar cadere la cosa. Poi una folgorazione. Su NI l’argomento riemerge e leggo un commento che mi insuffla nuova linfa. Cazzo! Non sono solo allora in questa gabbia di matti suonati come campane…Ed allora, resetto ancora, realizzo, riparto.
8 febbraio 2012 alle 07:13
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” Lucio crede che l’e-book gli porterà quegli onori che la perfida categoria degli editori consorziati contro di lui continua a negargli”. lucio, il mio sarcasmo è evidente ma la serietà della cosa sta nel fatto che l’ebook in futuro non migliorerà le tue possibilità di auto pubblicarti (o meglio di autopromuoverti). Il sistema self-publishing cioè non offrirà a nessuno migliori garanzie di quanto non ne offra adesso e soprattutto non faciliterà le cose all’esercito di sedicenti scrittori che pende dalle labbra del ‘ritrovato tecnologico’ .
………………..* IL CASO NON ESISTE
Benedetti figlioli, il caso non esiste, ve lo mettete in testa?
L’Amandona d’oltre oceano, il Moreno ‘bailante’ e quelli che seguiranno sono solo trovate pubblicitarie costruite a tavolino, come è risultata costruita a tavolino la recentissima vincita al gratta e vinci, quella dell’onesto rivenditore che, con improbabilissimo senso di altruismo, si è premurato di informare il vincitore ‘distratto’ della madornale svista che avrebbe trasferito la bellezza di un milione di euro sonanti nelle sue tasche anzichè in quelle di uno scommettitore fortunato ma, guarda caso*, anche un po’ svanito. Cosa c’entra il
gratta e vinci? L’equazione di partenza che induce all’auto illusione finisce per essere esattamente la stessa del self publishing, a ben vedere!
I conoscitori della teoria della probabilità sanno che l’incrociarsi di due circostanze altamente improbabili genera eventi praticamente impossibili in virtù della crescita esponenziale del denominatore della frazione
indicata come stima potenziale di attesa dell’evento. E’ un concetto piuttosto semplice, ma non intuitivo.
Pascal, il precursore del moderno calcolo statistico dice che la teoria della probabilità non è intuitiva come il calcolo aritmetico, tuttavia noi tutti, fin dalla priam infanzia siamo allattati a forza di meccanicismo
matematico e geometria euclidea. Pascal si convertirà al cristianesimo e fra le sue massime di maggior successo figura quella che parla di un Dio nascosto, non intuitivo. Dai suoi ‘Pensèes’ (Giunti editore,2009.pag 64) traggo la seguente citazione: “Per mezzo della probabilità dovete darvi cura di cercare la verità…”
Ecco, adesso gli elementi necessari per parlare di meccanismo monopolistico (che qualcuno, legittimamente non capiva) sembrano meglio delineati o, quantomeno, premessi. Purtroppo per concludere degnamente dovrò servirmi di un’altra decina di righe che posticipo a stanotte, forse a domani. Au hasard Balthazar madames et monsieurs (vediamo se almeno il francese l’azzecco).
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8 febbraio 2012 alle 07:31
‘Azzarola! Janculoskij s’è fatto fino. Ah! Ah! Ah! Ecco come finiscono su NI i commenti educati, gentili ben netiquettati e infiocchettati, per così dire: sommersi da un mare di cazzatine tecniche (è una forma di censura mediatica anche quella). I bambocci di seguito riprendono a giocare coi loro nuovi trastulli. This is Indian Nation, ladies and gentlemen . Deprimenti, davvero. Però il Janculoskij, che si crede il fighetto della cricca, lavora di fino e allunga una delle più grandi cazzate che abbia mai letto su un sito letterario(???). LA CULTURA PASSA PER IL DISPLAY DEL CELLULARE. Dopo una mostruosità di tal calibro meriterebbe di essere appeso per tre mesi a testa in giù a meditare davanti al trattato di Arnheim sull’apprendimento. Ma lasciamolo continuare a smanettare sul ninnolo nuovo che gli avrà comprato il papino, questo svergognato. Comunque lo ribadisco, una discussione che orienta il 99% dei commenti in un unica direzione non fa ‘scambio’ culturale non fa dibattito serio , ma solo propaganda spicciola e poco attendibile. Ma qualcuno l’ha fatto notare (con educazione) pure lì ; più intelligentemente di me forse…forse? – forse. Ma non è detto.
8 febbraio 2012 alle 08:26
@ fabio. continui a confondere e-reader (dispositivo per leggere testi elettronici) con il self-publishing (che milioni di persone già usano da anni, per esempio per aggiornare quotidianamente un blog e più di recente tu per commentare in rete) con la scommessa pascaliana e altri cazzi e canguri. non è mescolando in un unico fascio tante erbe diverse che risulterai più convincente. non hai nemmeno capito che NON conto minimamente di diventare ricco e famoso caricando un pdf in kdp.amazon. i miei sono solo giochini auto-ironici, epperò posso dirti che proprio per essere stato letto in rete di recente sono stato contattato da un agente letterario? Non ne uscirà nulla, certo, come in genere non esce nulla dall’invio di centinaia di testi a editori cartacei, ma per fortuna le cose importanti della vita sono altre. ti ribadisco che la mia vita non è certo appesa al filo del self-publishing, come continui a immaginare senza tenere in alcun conto le mie precisazioni. Inoltre, in definitiva, che ognuno si impicchi con la corda che preferisce, secondo il detto latino “sursum CORDA”: *-°
8 febbraio 2012 alle 10:42
P.S. Per la gioia di Fabio segnalo il pezzo:
http://affaritaliani.libero.it/culturaspettacoli/self-publishing-parlano-gli-scrittori-lagioia-e-vasta080212.html
8 febbraio 2012 alle 14:51
Lucio, come al solito commenti solo il sarcasmo tralasciando il succo.
Per quello che riguarda te sto solo scherzando, è ovvio. Mi preoccupa invece invece il fatto che non volgia prendere in considerazione il fenomeno e.book in binomio col self pubblishing. Una accoppiata che potrebbe riservare sorprese, perchè gli editori non sembrano davvero avere il fiato sul collo, tutt’altro.
Comunque vedo che su nazione indiana l’argomento è stato ripreso e dipanato in maniera molto più precisa della mia. Se non capisci il sottoscritto prova a rispondere a quei blogger netiquettati, dimostrando che hai compreso il senso del discorso, perchè nessuno ce l’ha contro l’e-book (che fra l’altro sto per acquistare da un buon rivenditore con commessi molto più competenti del tuo amico Jan reister.) ma si ragiona solo sulla sinergia di certe logiche. E per fortuna non sono il solo a farlo.
*ps . La tua cocciutaggine nel vedere ciò che non è, comincia a preoccuparmi. stop.
8 febbraio 2012 alle 16:29
@ non confondere e-book con e-reader. sicuro di non essere un sardegnolo, anziché un sardo? *-°
8 febbraio 2012 alle 17:58
Xkdq7K kwmeafxzlbrv, [url=http://thdcxocgsbgr.com/]thdcxocgsbgr[/url], [link=http://hozdgfsglzze.com/]hozdgfsglzze[/link], http://fnmmonhaebcx.com/
8 febbraio 2012 alle 21:26
tralasci ancora il succo. Sicuro che sia io a confondere? ma hai capito quale scenari prospettano le nuove tecnologie? Mi sa che non hai capito molto. Ma stavolta ti faccio un copia incolla di un commento illuminante apparso su NI di ieri, ancora su un post di Jan . A proposito s’è poi fatto vivo? m’era parso dovesse fornire qualche spiegazione. O forse eri solo tu che t’aspettavi spiegazioni. Che c’è da spiegare quando ti beccano col cadavere ancora caldo in camera da letto? Bravo Jan, scelta di buon gusto per lo meno.
8 febbraio 2012 alle 21:41
Visto ora l’articolo di La gioia. Embè? Quello di Repubblica dell’altro giorno non diceva la stessa cosa? Nulla di nuovo mi sembra, a parte questa tua nuova vocazione alla logica degli spot. Questi sono spot, non confronti. Se puoi risparmiaceli ti prego
8 febbraio 2012 alle 21:41
Jan Reister si è fatto vivo il primo giorno. Curioso che ti sia sfuggito il suo commento. Il famoso succo a cui alludi a me sembra la scoperta dell’acqua calda: che il principio del profitto continuerà a farla da padrone in barba a ogni pretesa di decrescita felice.
8 febbraio 2012 alle 21:56
E allora che c’è da scandalizzarsi tanto, vedi che è una finta innovazione? Ma chi lo dice sembra passare per babbione retrogado fermo alla preistoria. Io ho solo provato a capire se c’è un modo per capirla prima questa differenza fra ciò che innova e ciò che cristallizza i raporti di potere (come tu dici ‘il principio del profitto’). Non ho una risposta in tasca però una cosa l’ho capita, quelli di Ni , in buona compagnia, non sono interessati a questo problema.
Jan reister s’è fatto vivo? Davvero? non me n’ero accorto. Mi sono accorto invece del nuovo sistema che adotta per ‘censurare’ i commenti che non gli piacciono sui suoi post. Si è evoluto, ora non li cancella, ma li ignora e li sommerge con un mucchio di altri interventi sui dati tecnici dei suoi giocattolini (Accidenti quanti ne possiede e soprattutto, come studia bene i libretti delle istruzioni). . Anche lui ha scoperto l’acqua calda: tale e quale l’informazione di stato.
8 febbraio 2012 alle 22:35
@fabio. il commento di Jan è l’ottavo qui sopra. te lo copio-incollo, visto che non riesci a vederlo:
“Caro Lucio,
nelle discussioni a casa mia su NI cerco che si rispettino queste linee:
– usare gli stessi modi civili che su usano negli incontri di persona, faccia a faccia;
– discutere e criticare le idee, ma rispettare gli interlocutori;
– restare se possibile in argomento;
– non fare i furbi.
Non ti annoierò con la metafora del bar e non aggiungerò altro su questo argomento, comprensibilmente.
Un caro saluto.”
Considero Jan una persona illuminata e corretta, anche se ho deprecato la cancellazione del tuo terzo intervento (a suo favore c’è da dire che era del tutto off topic). Lui parlava di e-reader e tu di cavoli a merenda (tutela dei minori). Ribadisco che gli oggetti in sé non sono né buoni né cattivi. Tutto sta nell’uso che se ne fa. Anche un libro tradizionale può essere usato per veicolare contenuti pessimi (pensa a Mein Kampf di Hitler). E allora di che stiamo parlando?
8 febbraio 2012 alle 23:08
Ti lascio con una considerazione tratta dal Mein Kampf: Il principio della propaganda ideologica è quello di ripetere il messaggio molte volte in maniera comprensibile così da sommergere i dissensi. Alla fine, qualunque imbecillagine dica, sarai creduto. Chi si garantisce maggiori presenze negli spazi mediatici afferma dunque quello che vuole. Ce la fai a fare la dovuta relazione a quest’ora della notte?
Mi dispiace che ancora oggi non abbia colto il senso della mia critica a NI ,che non riguardava i diritti dell’infanzia, ma più propriamente il carattere strettamente pubblicitario della (falsa) discussione (topic o no che fosse). Infatti scrivevo su NI, ma che è informaz pubblicitaria?>/em>. Bastava rispondere senza ipocrisia un sì semplice semplice. In seguito la malafede della censura è stata rafforzata dal fatto che il commento bannato (si dice così?) si riferisse a un contenuto molto delicato. L’ho chiarito più volte ma la fuffa che è stata fatta intorno al caso deve averti confuso un po’ le idee. Ti mando un esempio di discussione aperta
cosicché possa realizzare i dovuti confronti.
http://punto-informatico.it/3419912/PI/Brevi/ebook-distruggono-societa.aspx
Jan, dicevi? Forse il mio pc censura da solo le cazzate, perchè altrimenti non riesco proprio a spiegarmi come mai non compaiono i commenti di questo Jan. Mò è pure diventato ‘corretto’, ed io il coglione che entra a gamba tesa. A quando la beatificazione?. Ma mi faccia il piacere…
8 febbraio 2012 alle 23:54
Quella considerazione fatta nel Mein Kampf è stata adottata proprio da Berlusconi, che l’ha integrata nel suo formidabile sistema di propaganda che ha ridotto il Paese nello stato che sappiamo. Il suo stesso ssistema mediatico, così formidabile fino a ieri, oggi è molto indebolito dal correre dell’innovazione tecnologica (canali tematici, internet, telefonia ecc.)
Ma a parte questo, mi sembra che prendi troppo di punta questa vicenda. In fondo questi indiani non sono nessuno, solo un gruppo di amici che si ritrova in un salotto. Non per nulla si chiamano nazione indiana: gente confinata in una riserva, che non avrà mai nessuna rilevanza né culturale né sociale, in questo Paese. Ora meno che mai, con tutte queste innovazioni che corrono, e che aumentano il numero di soggetti immersi nella circolazione dei testi e delle idee: se già ora sono minuscoli pesciolini in un oceano sterminato, domani lo saranno ancora di più.
9 febbraio 2012 alle 06:45
Bravo Paolo (colto al volo il riferim. politico). Come al solito tocchi il punto centrale della questione che, sebbene distante dal thread, sarebbe interessante approfondire.
Lancio un’idea ad Angelini per un prossimo post : analogie fra censura mediatica tradizionale (stampa e tivù) e censura telematica, per Paolo sistemi contrapposti per me passaggio di staffetta naturale di una prevaricazione dell’autorità ppolitica che principia col controllo assoluto delle frequenze radiofoniche ( e poi radio televisive). Ma questa, eventualmente, è un’altra storia. Se a qualcuno interessa sto analizzando dettagliatam il corpo dei 250 commenti del post che ho indicato in alto che, contrariamente a quanto lascerebbe supporre il titolo sembra svilupparsi in maniera molto eterogenea e quindi istruttiva. Molta fuffa anche lì, tuttavia a cercare bene…
9 febbraio 2012 alle 07:38
@fabio. ti do un consiglio. creati un blog tutto tuo e decidi giorno per giorno di che cosa parlare. Il bello della scrittura elettronica e del self publishing sta tutto qui: ognuno può cazzeggiare come crede e su che cosa crede. Se trova degli interlocutori, tanto meglio, altrimenti sarà come farsi una sega. A volte succede che non tutti la pensino alla stessa maniera su qualsiasi cosa. Io continuo a pensare che l’e-reader non sia uno strumento del diavolo e che descrivere le caratteristiche tecniche dei principali dispositivi in commercio non metta a repentaglio la salute dei minori, tu sì. Posizioni non conciliabili, come vedi. Quindi chiudiamola qua.
9 febbraio 2012 alle 07:42
P.S. Sono stato io stesso una vittima della censura telematica. Il mio libro “La bufala del New Italian Epic” è stato prima pubblicato da ilmiolibro.it e poi censurato e rimosso dal catalogo, unico esempio di libro messo all’Indice dall’abolizione dell’Indice dei Libri Proibiti in poi, credo. E allora? Colpa dell’elettronica? No. La censura è censura per qualunque mezzo essa passi.
9 febbraio 2012 alle 09:45
P.P.S. La rivista L’Indice ha aperto un blog dedicato al “Profumo degli e-book”:
http://lindiceonline.blogspot.com/2012/02/il-profumo-degli-ebook.html?spref=fb
9 febbraio 2012 alle 10:16
Propongo di fondare un blog collettivo: il nucleo fondatore sarebbe Angelini-Fabio-Paolo. Poi, col tempo, potrebbero associarsi altri validi elementi. A me piacerebbe.
9 febbraio 2012 alle 10:23
Io, invece, pensavo di ridurre progressivamente il tempo attualmente dedicato ai blog:-)
9 febbraio 2012 alle 10:25
Devo ammetterlo: la tua saggezza, Lucio, ci batte. (Sarà per l’età)
9 febbraio 2012 alle 10:27
Però voi due insieme vi vedrei bene.
9 febbraio 2012 alle 10:36
No, Lucio, senza te non muovo un passo. Chissà perché, mi dai sicurezza (benché tu sia del segno dei gemelli, che è tutto dire).
9 febbraio 2012 alle 10:40
Già, chissà perché. Mistero etrusco.
9 febbraio 2012 alle 10:55
A proposito di Mistero etrusco: mi piacerebbe una tua recensione.
9 febbraio 2012 alle 11:02
Ho il libro a Venezia. Da Fano non posso…
9 febbraio 2012 alle 11:09
Buona la scusa!;-)
9 febbraio 2012 alle 11:24
Angelini, a mio avviso, infonde a Ferrucci, la voglia di sano cazzeggio che gli manca…
a proposito di e.book la mia sensazione, leggendo i commenti e i dibattiti in rete di questi ultimi giorni (di editoria e di come si muoveranno gli editori in merito agli ebook e della possibilità di autopubblicazione su amazon sinceramente non mi importa un tubo: faccio valere il libero arbitrio e il mio giudizio critico, cosa che *spesso* si nega ai *comuni* lettori/compratori) che molto di quanto si dice sia stato già esaurientemente sostenuto da UMBERTO ECO e sintetizzato nella Bustina Non fate il funerale ai libri (5 agosto 2010): http://espresso.repubblica.it/dettaglio/non-fate-il-funerale-ai-libri.2132084/18
Per quanto riguarda l’e.reader andiamo indietro nel tempo, gennaio 2008: ecco quello che scrive Stephen King per promuovere il kindle , Books with Batteries – – Why Not? http://www.ew.com/ew/article/0,,20172616,00.html
9 febbraio 2012 alle 12:59
Nesuna scusa. Saprai che, a due mesi di distanza dalla lettura di un libro, noi anziani dimentichiamo tutto.
9 febbraio 2012 alle 13:07
Sono impaziente di diventare anziano anch’io: in questa fase non si è né carne né pesce — e non si ha ancora sufficiente saggezza.
9 febbraio 2012 alle 13:10
A 40 anni oggi si è ancora nella tarda adolescenza. Presto diventerai adulto anche tu, tranquillo.
9 febbraio 2012 alle 13:47
Grazie per avermi abbuonato un decennio (anche da questo si vede che mi vuoi bene…). Se avessi 40 anni sarei nel comitato direttivo dei TQ, e allora sì che la musica cambierebbe!:-)
9 febbraio 2012 alle 13:52
I TQ? Altra invenzione inane…
9 febbraio 2012 alle 13:59
Visto che loro premiano il Talento e le Capacità — finalmente, in questo Paese — non potrei non esserci: è semplicemente inconcepibile.
9 febbraio 2012 alle 14:30
Iscriviti ai CS (Cinquanta Sessanta). Lì premiano il Disincanto.
9 febbraio 2012 alle 14:38
Hm… se doveste consortarvi in un blog, sareste, senza ombra di dubbio Il Saggio, il Vecchio e il Folle, parafrasando il cult di Sergio Leone…
ma poi, perché questa mania dei collettivi, delle consorterie dichiarate, delle correnti letterarie programmate, dei generi codificati… che fine ha fatto l’individualismo? Pauuura? @.@
9 febbraio 2012 alle 15:01
In realtà noi siamo individualisti patentati, of course…
9 febbraio 2012 alle 15:15
e dimmi, Paolo, il patentino ve l’ha dato il noto e dibattuto saggio Old Italian Tragedy?
(freddura in linea con il clima di ‘sti giorni)
9 febbraio 2012 alle 15:30
@maria pia. perché dare del vecchio a fabio painnet blade?
9 febbraio 2012 alle 15:34
Io il patentino me lo son guadagnato fin da ragazzo: non sono mai, dico mai, riuscito a riconoscermi in un gruppo o schieramento. E ogni volta che ho sciaguratamente provato ad approcciare un gruppo — su sollecitazione o consiglio di qualcuno — ho rischiato di farmi segare le gambe. L’ultimo gruppo che ricordo è quello dell’Asb (Associazione Scrittori di Bologna, coordinata — se ricordo bene — da Carlo Lucarelli e Loriano Macchiavelli).
9 febbraio 2012 alle 15:39
Pure un passsato nel Clan dei Bolognesi, ci hai…
9 febbraio 2012 alle 15:54
Nessun passato, Lucio: ne ho solo saggiato la lama.
Quando esordii con Piemme avevo concordato alcune presentazioni nelle librerie feltrinelli, ma quando tornai per i dettagli il mio programma era stato annullato per ragioni logistiche interne: poiché si approssimavano le feste, non si facevano più eventi. Ma dopo una settimana vidi affissi alle vetrine gli annunci del ciclo di presentazioni novembre/dicembre del Gruppo dei Bolognesi.
Poco tempo prima — giusto per non farsi mancar niente — la sponsor milanese del Gruppo dei Bolognesi telefonò all’allora direttrice editoriale di Piemme (con cui era in confidenza) lamentando che il mio libro faceva schifo ed era stato un errore pubblicarlo, e le raccomandò che in futuro stessero più attenti (fu la stessa spopnsor milanese a vantarsene privatamente).
Dunque, un servizio completo, direi.
9 febbraio 2012 alle 17:07
Riprendo e rilancio (se posso continuare a partecipare anche se da esterna) il commento di Maria Pia sull’individualismo. (Sottoscrivo!) Effettivamente ci vogliono tre minuti a mettere su un blog, oggi. E, fabio, potresti toglierti bei sassolini dalla scarpa. Essendo anziana, faccio presente che se il marchio NIE non è depositato, è possibile riciclarlo come New Italian Elders. Si potrebbe fare una parodia dei libri di WM1, racconti brevi (ognuno ne scrive uno) giappisti.
9 febbraio 2012 alle 17:13
@Angelini… 😀
@Ferrucci, ci rinuncio: sei seriosissimo!
tornando vagamente in tema e.book/ e.reader vi linko tre articoli:
– il primo del vetustissimo Eco, che a me semra abbia già detto TUTTO quanto si sta ri-discutendo negli ultimi giorni on line già nell’agosto 2010: Non fate il funerale ai libri http://espresso.repubblica.it/dettaglio/non-fate-il-funerale-ai-libri/2132084/18
– un intervento promozionale del mio beloved sessantenne Stephen King, del lontano gemnaio 2008 sul kindle, Books With Batteries — Why Not? http://www.ew.com/ew/article/0,,20172616,00.html
e sempre di King, anno 2010, la sua opinione su Kindle e iPad http://www.ew.com/ew/article/0,,20357892,00.html
9 febbraio 2012 alle 17:39
@diait. vecchie idee. vd:
9 febbraio 2012 alle 17:50
… la Torrielli (ti) strizzava i lombi e le carinerie di merda, cazzo, sorellina…. A metà tra Diego Cugia e quei dialoghi che Nanni Moretti se li sogna la notte (negli incubi…)!
Te credo che l’hano fatto sparire… (e cos’è quella roba dell’artropoformosi?)
9 febbraio 2012 alle 17:51
*hanno
**antropoformosi (ora lo googlo)
9 febbraio 2012 alle 18:26
antropoMORFOsi, actually
9 febbraio 2012 alle 18:52
però, antropoformosi è più New Thing.
9 febbraio 2012 alle 19:16
E’ più New Thing se svirgoletti e asterischizzi una parola sì e una sì, possibilmente parole normali… 😉
@Ferrucci, sei seriosissssssssssimo, ci rinuncio!
@Angelini… lol
per tutti, una Bustina di Eco del 2010 sull’ebook (che sintetizza le attuali discussioni in rete) , Non fate il funerale ai libri http://espresso.repubblica.it/dettaglio/non-fate-il-funerale-ai-libri/2132084/18
e due articoli di StephenbelovedKing a tema:
Books With Batteries — Why Not? (2008)
http://www.ew.com/ew/article/0,,20172616,00.html
e Stephen King on the Kindle and the iPad
http://www.ew.com/ew/article/0,,20357892,00.html
9 febbraio 2012 alle 19:21
però com’è d’effetto e in bella vista Duma Key dietro il kindle… 😉
9 febbraio 2012 alle 19:23
Bustina del 2008:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/non-fate-il-funerale-ai-libri/2132084/18
Umberto Eco ha già detto tutto
9 febbraio 2012 alle 19:30
Per ora non dobbiamo preoccuparci, e forse neanche per il futuro, come dice Eco nella bustina linkata.
“In 1450 there were about 100 new books published. Last year there were more than a million. A new book comes out every 30 seconds. It would take you 15 years just to read the titles of every book ever printed. You’re gonna watch TV tonight. Fair enough, I suppose!”
Lo dice Nick Hornby, qui con Ben Folds (dall’album “Lonely Avenue”):
10 febbraio 2012 alle 10:28
a proposito di ebook, ereader e tablet nella didattica, leggi allarme/allodola m i n o r e n n i http://www.giornaledibrescia.it/pagine-settimanali/scuola/al-golgi-di-breno-tra-i-banchi-con-ipad-e-e-book-1.1073499 in questo liceo insegna una mia amica (amica anche di Angelini su fb);
altro articolo che parla di uso del tablet in una terza classe scuola primaria di BS http://www.giornaledibrescia.it/pagine-settimanali/scuola/con-il-tablet-si-studia-gia-dalle-primarie-1.1073500
10 febbraio 2012 alle 10:30
http://www.ew.com/ew/article/0,,20172616,00.html
http://www.ew.com/ew/article/0,,20357892,00.html
il Kingpensiero su ebook e kindle ereader
10 febbraio 2012 alle 12:48
@maria pia. attenta a non mettere troppi link in un colpo. finiscono automaticamente nello spam. ne ho scoperti e recuperati un paio tuoi quasi per caso.
10 febbraio 2012 alle 12:51
infatti non comparivano quando ieri inviavo il post, così pensando di non averli inviati li ho ripostati! sì, sono pasticciona, grazie del consiglio Lucio! per quanto mi riguarda, comunque, puoi censurare, cancellare etc tutti i miei post 😉 buon appetito!
10 febbraio 2012 alle 13:11
censurare io? non mi chiamo mica lipperino!
15 febbraio 2012 alle 19:56
in conclusione: se la Lipperini ti ha censurato avrà avuto le sue buone ragioni. La prossima volta non entrare a ‘gamba tesa’ e non ti censurerà nessuno. Chiaro no? D’altronde considero la Lipperini una persona illuminata e corretta anche se ho deprecato la censura nei tuoi confronti (a suo favore c’è da dire che il tuo libro era del tutto off topic altrimenti per quale motivo se la sarebbe dovuta prendere con te?) Lei parlava di un tema serio e tu di cavoli a merenda. Ribadisco che le persone in sé non sono né buone né cattive. Tutto sta nell’interpretazione che si da del loro operato. Capita l’antifona? Ora possiamo veramente chiuderla qui!
15 febbraio 2012 alle 20:23
@fabio. ok, io mi tengo Jan e tu migri in Lipperatura, dove sarai libero di adulare la titolare (ma non di criticarla). Buon divertimento.
16 febbraio 2012 alle 09:00
Forse è la parola censura che in questi contesti (blog) è poco adatta a descrivere quello che realmente succede.
Il blog è la casa del blogger, casa sua. Ci entra e ci resta chi vuole lui o lei. E’ censura se non invito il vicino che mi sta sulle scatole? O se dopo dieci minuti che la portiera è entrata per consegnarmi una raccomandata e mi ha attaccato un bottonesu chi sporca le scale e non pulisce,mi invento una scusa e la congedo? Ecco, funziona così.Se nonti rendisimpatico, o non ti sforzi di renere accettabili i contenuti che proponi, ti ritrovi congedato con una qualche scusa o senza. Io, almeno, credo diavere imparato questo.Bisogna quindi accettare con grazia,quando ci si riesce, ed eventualmente apririsi una casa propriadove seguire regole proprie (uguali o diverse a quelle praticate di altri, dipende dai gusti).
Le teorie del complotto e la censura c’entrano poco.C’entra parecchio il carattere della persona, avrai constatato che il grado di violenza, aggressività e intolleranza, anche in certi contesti, varia molto. E poi, la rete è un “poison container” ideale per adulti che non hanno avuto vita facile da bambini. (Parlo di me quando vado a provocare e a rompere le scatole a certi blog…- non di te, fabio) Ciao, Dia
16 febbraio 2012 alle 09:01
avrte visto anche che la barra spaziatrice di questo pc nonfunziona, se nonla prendi a picconate nonspazia.
16 febbraio 2012 alle 10:08
@diait. ovvio che nel commentarium del proprio blog ciascuno è libero di lasciar entrare chi vuole, ma anche di segnalare – come io faccio in alcuni post del mio blog- la malafede di certi TROMBONI che si aggrappano alla scusa del bon ton per giustificare la propria mancata disponibilità al confronto.
Ben più grave la CANCELLAZIONE DAL CATALOGO DI UNA CASA EDITRICE ONLINE (ilmiolibro.it) di una raccolta di articoli satirici per motivi di CENSURA … ma che lo ripeto a ‘ffa?
16 febbraio 2012 alle 10:08
Concordo in toto con diait
se la Lipperini ti ha censurato avrà avuto le sue buone ragioni.
Certo, ottime ragioni: Lucio ha “osato” l’inosabile
…
E c’è da considerare che Angelini era un postatore abituale del commentarium (ma solo io trovo inappropriato e fuori lugo questo termine? boh… ) lipperaturiniano, ben visto e gradito finché…
Insomma, sfido fabio a postare con quei toni e con argomentazioni off topic su Lipperatura:
se anttacca Wu Ming 1 il post neanche passa;
se scrive qualcosa di urticante per Madama Lipperini lei ne prenderà algidamente le distanze con il classico “Gentile fabio…”
D’altronde considero la Lipperini una persona illuminata…
Sì, illuminata da… lanterne rosse cinesi! 😀
16 febbraio 2012 alle 10:18
@maria pia. il buon fabio voleva solo rigirarmi la frittata con un commento a specchietto calcato sui miei:-)
16 febbraio 2012 alle 10:21
evidentemente il buon fabio non è un grande chef (lo so che usi sempre l’espressione illuminata e corretta… Oh my God! tu l’AMI!) 😀
16 febbraio 2012 alle 10:31
Certo, non gli faccio mai mancare un bel mazzo di rose rosse ogni mattina (in risposta ai suoi cavoli a merenda) .
16 febbraio 2012 alle 10:46
Posso concordare con diait, ma non in toto. Il passo:
“Le teorie del complotto e la censura c’entrano poco”
lo condivido solo se significa che i complotti avvengono sì, ma in casi più rari e speciali. Non lo condivido se significa che non c’entrano affatto. C’entrano, invece: le strategie comportamentali (leggi “complotti”) finalizzate a ottenere un risultato vengono applicate: magari raramente e in casi più speciali, ma casi in cui può esser configurabile un “complotto” in senso lato, ossia il naturale comportamento tipico del familismo (amorale) che è stato ben codificato.
16 febbraio 2012 alle 12:55
Lucio, perché ne parli al maschile? di lei, di lipperini! @.@ :))))
Paolo, please, mi spieghi quant’hai scritto più terra terra?
16 febbraio 2012 alle 13:16
@m.pia. pensavo che con “Oh my God! tu l’AMI!)” ti riferissi a Fabio. Il classico qui quo qua.
16 febbraio 2012 alle 14:46
concordo con lucio delle 10 e qualcosa. Senz’altro. I distinguo sono importanti.
concorso con maria pia in toto.
e sì, anche paolo ha ragione sui complotti (vedi conventicole, strategie autopromozionali, e via dicendo).
e anche il rivoltamento che fabio fa del discorso di lucio ha il suo perché.
Ora che sono tornata alla mia barra spaziatrice, scopro che sono d’accordo con tutti.
16 febbraio 2012 alle 14:46
*concordo (non concorso)
16 febbraio 2012 alle 15:19
Sì, posso spiegare più terra terra, magari con un esempio.
Innanzitutto premetto che il “familismo amorale” è quel comportamento per cui si protegge e ci si preoccupa esclusivamente dei membri della propria famiglia (allargata anche a parenti e affiliati), calpestando i diritti e la giustizia nell’ambiente esterno, cioè fottendosene ampiamente, nonostante questi valori li si riconosca (ipocritamente) a parole.
L’esempio è questo.
In un manuale (scientifico) sulle tecniche di negoziazione, c’è un capitolo in cui vengono prese come esempi (“da manuale”, appunto) diverse scene del film Totò, Peppino e la Malafemmina. Può sembrar strano, ma in quel film sono codificate in maniera “paradigmatica” alcune tecniche classiche dell’arte della trattativa e del negoziato.
Ora, se si scrivesse un manuale sulle tecniche di emarginazione e neutralizzazione di un corpo estraneo da parte di una comunità/conventicola/camarilla che non voglia veder alterato l’equilibrio su cui si poggia tutto il suo lavoro di costruzione di immagine e acquisizione di consenso (e di popolarità, e quindi di potenziale guadagno), la vicenda complessiva di Lucio Angelini sul web — lunga e densa, coprendo almeno un decennio — rappresenterebbe un vero e proprio caso da manuale, al punto che gli si potrebbe dedicare un capitolo.
(Analogamente ai cosidetti “casi aziendali” che si studiano come esercitazione nelle facoltà di Economia.)
18 settembre 2012 alle 23:17
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