(Alessandro Bertante)
Io credo che ci si possa solo vergognare di firmare articoli quali quello apparso il 7 gennaio scorso su ‘Saturno’, l’inserto culturale de “Il Fatto Quotidiano”, segnalatomi ieri da Paolo Ferrucci.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/07/seminatori-dodio/181944/
Intanto il titolo:
SEMINATORI D’ODIO (sic)
Cazzo, si palerà sicuramente della questione palestinese, o del nodo balcanico, o del dissidio ceceno… pensa subito uno. E invece no, Nino dei Lupi, che lo stesso Giulio Mozzi ha paragonato a chi prende a cannonate le mosche, ha poi chiarito senza alcun senso del ridicolo che intendeva alludere a un plotoncino di circa cinquanta troll (“Eran cinquanta, eran giovani e forti, e li vorremmo morti”) che, a suo dire,
“impediscono che nasca un serio dibattito letterario in rete, inquinando il lavoro di molte persone oneste e preparate (e penso a Nazione Indiana, Lipperatura, Vibrisse, Sul Romanzo, La parole e le cose, Satisfiction, Scrittori precari) che stanno faticosamente cercando di creare nuovi luoghi di autorevolezza critica”.
Insomma è un po’ come quando Berlusconi parlava del partito dell’amore schierato in forze per contrastare quello dell’odio comunista.
Tutti sanno che in rete le mode passano in fretta: dopo la fase dei newsgroup, attualmente è in forte declino proprio quella dei blog. Quale miglior pretesto, per alcuni blogger sempre più lagnosi e nevrotici, per giustificare la propria perdita di visitatori, che darne la colpa ai commentatori non in linea con il loro pensiero (per ‘troll’ intendono soprattutto questi) ?
A Bertante hanno risposto in diversi:
Arturo Robertazzi
“Mi chiedo, ma l’autore ha mai letto uno dei blog letterari che cita?”
Giulio Mozzi
“Mah. Mi pare che Bertante prenda a cannonate le mosche. Non è difficile tener distanti i fastidiosi. Basta un po’ di attenzione e di pazienza.”
Marcolinorules:
Ferdinando Salatini
“Ma infatti questo è il classico personaggio che snocciola le parole ‘violenza’ ‘odio’ e cazzate varie ogni qual volta gli venga mossa una critica. E’ gente come Bertante che devasta il dibattito con la propria ridicolezza.”
Daniela Matronola
“Temo qui si cerchi per ragioni di personale comodità di restringere la libertà altrui di blog-manovra e di esercizio della blog-critica quando dopo tutto un blog è solo un blog e un blogger è e resta dopotutto un blogger. Ricordo viceversa di aver letto con attenzione e grandi aspettative Nina Dei Lupi, e aver incautamente espresso in rete (per la verità su Facebook, quindi in un luogo non canonicamente deputato alla critica letteraria) qualche mia perplessità (legittima) sulla grana della lingua e della storia, sulla stoffa dei personaggi di quel romanzo, e di essere stata automaticamente rubricata tra i ‘mestatori’ della rete.”
Giulial
“Cioè, ma che veramente se Bertante viene insultato e dileggiato sul web, si offende e scrive un articolo sul Fatto quotidiano invocando la censura? Ma è uno scherzo di pessimo gusto o cosa?”
Curiosamente SCOMPARSO il mio commento lasciato ieri, in cui ricordavo per l’ennesima volta come sia stato RETROCESSO A TROLL da Madame Lipperini, (“regina dei troll” in un post satirico di sua cugina Lapeperini) dopo anni di tranquilla frequentazione di Lipperatura, solo dopo aver preso a dileggiare il movimento autoreferenziale New Italian Epic, e di come la mia stessa raccolta di post satirici “LA BUFALA DEL NEW ITALIAN EPIC” sia stata rimossa dal catalogo di ilmiolibro.it di Repubblica.it (acquistata anche da un critico letterario): forse unico esempio di CENSURA LIBRARIA dai tempi dell’abolizione dell’Indice dei libri proibiti.
Altro che troll seminatori d’odio. Sti qua seminano sempre più squallidi inviti alla censura…
P.S. Il pezzo di Bertante è stato ripreso su Nazione Indiana da Gianni Biondillo, che si è affrettato a precisare: “Ovvio che, essendo un pezzo di un ospite non avrò problema alcuno a bannare, cancellare, bloccare, ogni tipo di inutile insulto o commento personalistico.”
Un mio commento, infatti, è stato subito posto in MODERAZIONE. Ma già, anche Biondillo, come Bertante, fu reclutato tra i Nuovi Epici ai tempi in cui qualcuno provò a dare retta alla stolida bufala:-)
P.P.S. Altrettanto ovvio che di una simile “mente” (quella di Bertante) non prenderò mai in considerazione alcun libro in nessuna libreria.
Tag: Alessandro Bertante
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18 gennaio 2012 alle 08:47
E’ un atto intimidatorio, basso e gretto, votato alla più volgare e sistematica censura preventiva, quello di B.. E’ grave, se non addirittura gravissimo, che il pezzo – che è tutt’altro che un pezzo di giornalismo – sia passato sulle pagine di un giornale. Commissionato? Non è da escludere, altrimenti non si capisce perché B. faccia della pubblicità ad alcuni blog. Accusa che i rete ci sono dei troll che ostacolerebbero le attività di alcuni blog, di quelli da lui indicati nel suo pezzullo, ma si guarda bene dal fare anche un solo nome di un presunto troll: questo perché prove non ne ha, nessuna. Fare dei nomi, su quelli che lui in maniera più che mai solipsista indica come troll, significherebbe beccarsi querele e denunce per diffamazione. Si nasconde, insinua, è questo che fa Bertrante: ma non è giornalismo il suo. E’ un attacco alla libertà di espressione e di opinione. Rimane grave, anzi gravissimo, che una testata giornalista si sia prestata al gioco di B., che se ha scritto il pezzullo è perché, evidentemente, avrà forse degli interessi a…
Quando un blogger, o un gruppo di blogger, non vogliono sui loro blog commenti, hanno solo da chiudere il commentario: Il primo amore non permette di lasciare commenti, ad esempio. E’ una libera scelta che rispetto, ci mancherebbe altro. Ed è una scelta democratica perché non dice “tu passi perché mi sei simpatico, tu invece non perché mi stai sul culo”.
Altri blog (culturali???) tengono invece aperti i commenti a una ristretta cerchia di commentatori, censurando sistematicamente chiunque osi non essere del tutto in linea coi contenuti pubblicati. Simili atteggiamenti sono soltanto deleteri, ma non alla cultura, questo vorrei fosse ben chiaro; sono deleteri nei confronti di chi applica la censura. Cosa fare? Da parte mia bene è ignorare i blog osannati da B.: non vedo per quale ragione dovrei mai portare il mio pensiero, il mio tempo, la mia intelligenza, là dove vige un sistema tutt’altro che democratico di gestione del flusso dell’informazione.
Dopo il pezzullo di B., i blog da lui citati avranno guadagnato qualcosa in fatto di visibilità? Non credo. E’ invece più vero ipotizzare che si siano attirati l’astio di molti, di blogger, di giornalisti, di critici, e non da ultimo dei lettori.
18 gennaio 2012 alle 09:03
Beh, la storia va così.
Quando ho letto l’articolo di Bertante ho risposto molto duro in un primo commento. Poi mi sono reso conto di aver esagerato e ho scritto un articolo sul mio blog in cui abbassavo i toni, ma rimanevo comunque fortemente critico.
Scrivevo: “l’articolo non spiega bene la questione, e comunque prima di sparare – se davvero ce ne fosse necessità – bisogna accuratamente prendere la mira.
Credo che se si scrive per un giornale così importante come il Fatto Quotidiano si debba scrivere di penna, non di sciabola”
(http://bit.ly/zg6YQw)
Sono d’accordo con voi: che il pezzo di Bertante sia finito su un giornale è davvero scandaloso. Non è giornalismo, ma una lamentela personale che, potrebbe trovare spazio, su un blog personale, appunto.
Tutto questo non fa che rafforzare la mia idea: i giornali vecchio stampo, scarsamente attenti e dinamici, sono destinati a scomparire, rimpiazzati da una nuova ondata di blogs.
E più ce ne sono di blog, più sono le voci, le idee, più il lettore ha libertà di scelta.
18 gennaio 2012 alle 17:13
Nel commentario al post su nazione indiana l’argomento è stato sviscerato molto diffusamente, con un centinaio di commenti. Il tuo non l’ho visto, quindi forse l’hanno espunto.
Estraggo un brano di un commento di Gianni Biondillo che risponde a georgia mada, la quale ha evocato proprio la tua figura (!):
«Intermezzo: non credo, Georgia, che il rapporto Lipperini/Angelini, come scrivi, “va avanti da anni con reciproca soddisfazione.” Anzi, sono certo che uno dei due ne soffra assai. Lo viva come una continua violazione personale. Non permettiamoci di buttarla sempre in burletta. Quello che per te, o me, o chissà altri, potrebbe essere un simpatico commentatore, per qualcun altro è un chiodo, un dolore, una ferita continuamente aperta. L’uso dominante della rete non è sempre quello giusto, ognuno ha il diritto di esperire la rete con le sue modalità e sensibilità. Non abbiamo il dovere di avere tutti la pellaccia dura.»
18 gennaio 2012 alle 19:39
B. & L. : CI VUOLE UNA PELLACCIA DAVVERO DURA DI BRUTTO PER REGGERLI… ALTRO CHE CAVOLI. MEGLIO STAR LORO LONTANI PER NON FARSI VENIRE LA COLITE, COME MINIMO.
18 gennaio 2012 alle 20:07
La cosa irricevibile è che Biondillo mi nomina, ma non ammette miei commenti (sono in moderazione solo sua, con gli altri entro).
18 gennaio 2012 alle 21:13
Il sospetto è questo. Se è vero — come Biondillo adombra — che Loredana Lipperini vive le tue “intrusioni” nella sua sfera con grande sofferenza, può essere che il medesimo abbia deciso di sbarrarti la strada comunque, o su richiesta dell’interessata o autonomamente, per spirito di corpo.
18 gennaio 2012 alle 21:18
Dalle mie parti vive un allevatore che un giorno sono andato a trovare. Prima di farmi visitare le stalle dei buoi (le pecore invece erano al pascolo, controllate dai cani), mi ha fatto infilare i piedi in buste di plastica, per poter camminare anche sul letame. Spero che le metti anche tu quelle buste, prima di andar lì dentro a lasciare commenti.
18 gennaio 2012 alle 21:21
Più semplicemete, il gruppo epicamente confluito nel progetto bolognese “NIE” (per chi se lo ricorda) continua a fare quadrato ad oltranza. O con loro o contro di loro. E se sei contro anche uno solo di loro, sei estromesso in automatico da TUTTI i loro blog consorziati, qualsiasi cosa tu dica. Biondillo me lo immagino a cavallo di un ronzino (povera bestia, con quel che pesa!) con uno scolapasta a mo’ di elmo di Scipi(t)o in testa.
18 gennaio 2012 alle 21:55
Gianni Biondillo lo ricordo così. Lo incontrai cinque anni fa a Milano, durante una presentazione (appunto) dell’iniziativa vibrisselibri. Fu un giorno importante, perché conobbi di persona Maria Strofa, che aveva appena aperto il blog e stava già diventando una star. Si era reduci dalle grandi risse in cui in nazione indiana tentarono di lapidarti, come abbiamo ricordato.
Ebbene, a margine dell’incontro, sentii Biondillo fare una serie di commenti scherzosi sul comportamento di Franz Krauspenhaar — che faceva parte di nazione indiana — il quale era solito aggredire e insultare i commentatori a lui sgraditi, arrivando anche a prometter loro le botte (tutte cose che ricordo perfettamente). Diceva Biondillo, per giustificare il sodale: «Be’, sai, Franz è umorale, devi capirlo…». E lo diceva con un sorriso mite, rassicurante, quasi giocondo, da persona mite e comprensiva — oltre che bonacciona.
Franz, dunque, bisognava comprenderlo e tollerarlo: era solo un umorale, suvvia. Però, se i commenti di Angelini o di chiunque altro sono fastidiosi, li si deve eliminare: lì l’aria bonacciona, comprensiva, mite, aperta, progressista di Gianni Biondillo sembra sparire di colpo. O pensi che, quando censura o caccia qualcuno dal commentario, Biondillo mantenga la stessa espressione rassicurante, mite, comprensiva, bonacciona?
18 gennaio 2012 alle 22:04
Se ti affretti, vedi un mio commento in coda al post di Biondillo “L’albatros” (questo NON BLINDATO) su Nazione Indiana. Presto verrà tolto, stavolta forse giustamente:-)
18 gennaio 2012 alle 22:14
Naturalmente tanto di cappello a JAN REISTER (il mio indiano preferito) e Domenico Pinto (il mio secondo indiano preferito). Il primo ha scritto:
jan reister il 15 gennaio 2012 alle 11:17
Che pena, che spreco, che opportunità mancata. Questo pezzo è superficiale, mal posto, irrilevante, un salto indietro di 10 anni.
E il secondo:
domenico pinto il 15 gennaio 2012 alle 13:02
L’articolo di Bertante fotografa meravigliosamente, con la forza dell’inconsapevolezza (?), i malvezzi stessi della società letteraria. Quanti troll, quanti avvelenatori non potremmo additare fuori dalla Rete? Forse un po’ più di cinquanta.
Concordo totalmente con l’opinione espressa da Jan.
18 gennaio 2012 alle 22:20
Ho letto.
Quanto al post di Biondillo, è il solito copione che si ripete: quando accade un fatto increscioso o di criminalità, i giornali a corto di penne vere (grandi giornalisti, intendo) perché hanno pochi mezzi, si rivolgono allo scrittore di turno chiedendo loro: “fammi un pezzo su questo”, “fammi un pezzo su quello”. E lo scrittore di turno esegue il compito, ci mancherebbe; ma è costretto a improvvisare, dato il poco tempo e gli spazi sempre più stretti. Così escono pezzi scontati e scadenti. Anche per questo, ormai, non vale più la pena di andare a sprecar soldi in edicola.
18 gennaio 2012 alle 22:29
@ Paolo. Tanto, dopo poche ore, il pezzo raffazzonato in fretta e furia è subito nei blog. Ma guai a criticarlo, si viene bannati – appunto – come troll. (Quel volpone di Bertante mi ha censurato due volte su Il Fatto Quotidiano)
18 gennaio 2012 alle 22:57
Nei cento commenti di nazione indiana sull’articolo “I seminatori d’odio”, lo stesso Bertante si è affacciato un paio di volte, per tentar di rintuzzare gli attacchi di georgia mada. Sai che impressione mi ha fatto? Pareva il capitano Schettino che cercava di giustificarsi col capitano De Falco.
Ho l’impressione che, con quell’articolo sciagurato, Bertante si sia un po’ rovinato la reputazione.
18 gennaio 2012 alle 23:23
Caspita, Lucio, hai fatto quel commento-contumelia nel post di Biondillo alle 20:12, e alle 23:22 è ancora lì: che fa quello, dorme?
19 gennaio 2012 alle 16:40
A quella parte di commento di Gianni Biondillo (su n.i.) che ho segnalata sopra, georgia mada risponde così:
«Per me non è affatto un simpatico commentatore, anzi (a volte è intelligente ma simpatico proprio mai) ma neppure la gestione di lipperatura è simpatica. E lo dico con cognizione di causa visto che mi sono trovata nella condizione (io che NON sono affato permalosa o altro) di NON frequentarla MAI più, considerato l’atteggiamento “simpatico”, “civile” e soprattutto “democratico” degli stetti collaboratori e protetti di loredana lipperini. Io penso, a differenza di te, che i due e-poli si somiglino e che tutti e due vivano il loro personale anacronistico conflitto come una ferita (a modo loro naturalmente) che in fondo li gratifica.»
Ora mi viene da riflettere: se una come georgia mada — che alcuni definiscono la più dura pellaccia della Rete — dopo esser stata nel blog di Loredana Lipperini si è “trovata nella condizione (io che NON sono affato permalosa o altro) di NON frequentarla MAI più“, allora di che tempra ben più dura dev’esser fatta Loredana Lipperini?
Viene da pensare che i messaggi lanciati da Biondillo — secondo cui quest’ultima patirebbe “un chiodo, un dolore, una ferita continuamente aperta”, e che “Non abbiamo il dovere di avere tutti la pellaccia dura” — possano essere in realtà un’ingannevole captatio benevolentiae.
19 gennaio 2012 alle 17:26
Guarda, tra me e Georgia Mada fu subito antipatia a prima vista (telematica) diversi anni fa, anche se non ne ricordo più il motivo, dato che poi la persi di vista. Per un periodo venne pure bandita da Nazione Indiana come troll, se non erro. Adesso evidentemente si è rifatta una verginità. Sono contento per lei. Ripeto che di tutti gli indiani quelli che sento più vicini sono Jan e Domenico. Degli altri, tutti abbastanza spocchiosetti e sussiegosetti, poco mi frega. (Biondillo poi, che parla di me e mi impedisce di replicare, è proprio un cagone).
19 gennaio 2012 alle 17:31
P.S. Quanto a zia Peperini, secondo me è in menopausa o sta male di suo, dopodiché va a raccontare in giro di essere perseguitata dai troll. Stupisce che una femminista come lei diventi così veteromaschilista, servile e servizievole coi maschietti di Bologna.
19 gennaio 2012 alle 18:11
Si dice che Gianni Biondillo, nel suo operare in nazione indiana e più in generale nel suo presenzialismo insistito, si sia pesantemente rovinato la reputazione.
Pare che il crollo decisivo della sua credibilità sia avvenuto quando in n.i. scrisse un post dileggiatoriio nei confronti della critica Gilda Policastro, intitolandolo “la Gilda del Romano”, insinuando nel titolo che l’interessata (che in una discussione precedente era già stata pesantemente sfruculiata da Biondillo e “picchiata” da georgia mada) potesse essere una donna “a disposizione” del docente universitario (e critico) Romano Luperini. Quella mossa così rozzamente e banalmente maschilista — dicono — l’avrebbe declassato ad autore di monnezzoni e di facile press-on-demand.
Così va la vita.
19 gennaio 2012 alle 18:38
Verso la Lippa, in compenso, è sempre ossequiosissimo. Vabbè, ma tanto di Biondillo poco mi frega.
19 gennaio 2012 alle 20:00
Angelini, per cazzeggiare, cazzeggia bene.
I 50 troll che intralciano l’attività (e la prosperità) letteraria suona come una cosa infernale, m’immagino anche Dante nel mezzo che osserva attonito i trolloni. Credo che si stia calcando la mano, per carità sta faccenda fa sorridere, ma detta la prima, il messaggio entra anche nella zucca degli asini. Noto che ha dei semper fidelis, buon per lei.
19 gennaio 2012 alle 21:01
Questo è uno dei pochi luoghi frequentabili in rete, sa?
25 gennaio 2012 alle 17:36
Pazzesco. Capisco solo ora (colpa mia) i tuoi commenti in giro in questi giorni. Ero così stonato che non sapevo di cosa mi accusassi! (c’è un tuo commento insultante su un mio pezzo che proprio non sapevo decrittare). Ma quale censura? Guarda che i tuoi commenti s’erano impigliati perché c’era un link che l’aveva messi in moderazione automatica. Poi il secondo, quello senza link, è stato liberato (ed infatti è lì, da mo’!)
Una curiosità, Lucio: ma dato che io non ti ho mai bannato, e dato che tu hai la mia email personale da anni, com’è che se avevi un problema non me l’hai chiesto direttamente in privato, che l’avremmo ovviamente risolto?
25 gennaio 2012 alle 17:50
@Gianni. La prima cosa che mi ha fatto incazzare è stato vedere prima apparire e poi SPARIRE un mio commento in coda all’articolo di Bertante su Il Fatto Quotidiano online. Con sicurezza Bertante l’ha CENSURATO. Quando ho visto che riprendevi il pezzo su Nazione Indiana, ho provato a commentare anche lì. E’ apparsa la scritta: “IL TUO COMMENTO E’ IN ATTESA DI MODERAZIONE”. Dopo quattro giorni lo stato di attesa perdurava (e si sa che in un blog non ha molto senso sbloccare i commenti quando il pezzo è ormai finito in archivio), mentre si aggiungevano senza problemi altri commenti di data successiva. Che tu abbia sbloccato i commenti ora non mi rasserena. Sono davvero convinto che i vecchi militanti del NIE facciano ancora quadrato contro quelli che WM1 decide di degradare a TROLL. Ciao
25 gennaio 2012 alle 17:58
Senti, non so che dirti. Io, come sai, gli insulti me li prendo senza fare una piega. Anche pesanti. Non ho mai ventilato minacce, querele o cose così. Anche qui qualche tuo ospite insinua bassezze alle quali non ho voglia di replicare.
Con Loredana ho una amicizia sincera, credere che il mio sia un atteggiamento servile, che segue un diktat di qualcuno (i militanti del NIE? Perché, io dovrei farne parte? Buono a sapersi) mi fa solo ridere. Siamo alla paranoia.
25 gennaio 2012 alle 18:29
P.S. In ogni caso il mio commento incazzato in coda al post ‘L’albatros’ doveva chiarirti già tutto: “mi nomini nei commenti a Bertante e poi mi tieni in moderazione?”
25 gennaio 2012 alle 18:32
Quale? Quello dove dici che sono un brutto bastardo e un buffone?
25 gennaio 2012 alle 18:34
@Gianni. Paranoia? Forse dimentichi che per un periodo feci parte anch’io di un giro di mail di gruppo (con te, WM1, Lipperini, De Girolamo ecc.) in cui si passavano precise consegne contro vari personaggi. Per mia fortuna non sono uno che si allinea facilmente. Goditi quest’altro post:
25 gennaio 2012 alle 18:43
E se ti rammenti, io, scrissi in quel giro di email, apertis verbis, che tu eri ingovernabile. Perché le cose non le ho mai mandate a dire, meno che mai di nascosto: riconoscimelo questo.
25 gennaio 2012 alle 18:55
Attento! Le conservo.
Comunque chiudiamola qua, ormai il dibattito sui 50 fantomatici TROLL è pressoché concluso, con grave disdoro delle menti iispiratrici ed esecutrici del progetto*-°.
25 gennaio 2012 alle 19:00
davvero le conservi? Allora giramele, che io non c’ho più niente sul computer.
25 gennaio 2012 alle 19:16
Eh no. Sorry. Potrebbero tornarmi utili in caso qualcuno insistesse nel negare certi antefatti. Come sai, qualcuno di caro al tuo cuore minaccia periodicamente denunce…
25 gennaio 2012 alle 19:24
Lucio, mi sto preoccupando: non vorrei che conservassi ancora quella mail in cui parlavo male di Giuseppe Iannozzi…
25 gennaio 2012 alle 19:25
Iannozzi, come sai, è al di là del bene e del male:-)
25 gennaio 2012 alle 19:28
Scusa, se ce le hai tu, ce le avranno anche altri. Comunque, non è importante. Ciao, vado a preparare la cena.
25 gennaio 2012 alle 19:34
Anch’io vado a preparare la cena, Lucio, devo far mangiare un cane e quattro gatti. Per Iannozzi, mi raccomando: che quello ha un’aria poco rassicurante.
25 gennaio 2012 alle 19:38
Ok, buona cena anche a voi. Volemose bene.
25 gennaio 2012 alle 21:14
ARCHITETTO!!! ” @Gianni. Paranoia? Forse dimentichi che per un periodo feci parte anch’io di un giro di mail di gruppo (con te, WM1, Lipperini, De Girolamo ecc.) in cui si passavano precise consegne contro vari personaggi. Per mia fortuna non sono uno che si allinea facilmente. ” STICAZZI!!!
ALLA FACCIA DEL BICARBONATO DI (S)ODIO.
29 gennaio 2012 alle 22:41
Sì sì, voleteve bbène…
1 febbraio 2012 alle 10:48
[…] https://lucioangelini.wordpress.com/2012/01/18/quel-gran-trollone-di-alessandro-bertante/ […]
3 febbraio 2012 alle 05:21
[…] e io stesso qui: https://lucioangelini.wordpress.com/2012/01/18/quel-gran-trollone-di-alessandro-bertante/ per non parlare delle mie campagne contro la mia censuratrice di fiducia Loredana Lipperini:-) […]
25 giugno 2012 alle 06:35
[…] QUEL GRAN TROLLONE DI ALESSANDRO BERTANTE […]