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DOPO I MUSICARELLI, ECCO UNA BELLA RINFILATA DI LIBRARELLI

9 marzo 2012

Il paradiso non è un granché. Storia di un motivetto orecchiabile

“Il musicarello è un sottogenere cinematografico italiano che serve almeno due necessità, la prima è squisitamente commerciale: supportare un cantante di fama e il suo nuovo album discografico; la seconda è il riferimento costante e alla moda alla gioventù, anche in versione vagamente polemica nei confronti dei matusa. Sono presenti quasi sempre la vita da spiaggia e tenere e caste storie d’amore, coadiuvate dalla voglia di divertirsi e ballare senza pensieri.Il filone iniziò negli anni cinquanta, ed ebbe il suo apice di produzione negli anni sessanta; è chiara la connotazione popolare fin dagli inizi, quando è dedicato al pubblico di musica melodica, che abbraccia, quindi, uno spettro indiscriminato di gusti ed età; le differenze emergono invece quando il musicarello, alla metà degli anni sessanta, svolta verso cliché di spensieratezza, e presenta cantanti che si rivolgono al Rock’n’roll e al Beat, e si rivolge, dunque, ad un pubblico di giovanissimi; anche se non manca di riflettere la voglia ed il bisogno di emancipazione dei giovani italiani, rendendo noto qualche screzio generazionale… [cut]… Alla base del musicarello c’è una canzone di successo, o destinata, nelle speranze dei produttori, ad averlo, che dà il titolo al film stesso, Lisa dagli occhi blu, ad esempio, racconta nel film la stessa vicenda presente nel testo della canzone di Mario Tessuto, noto cantante di allora; il genere non si avvale quindi dell’effetto sorpresa. Il principale riferimento nobile è il musical, il modello estero contemporaneo è dato dai film con Elvis Presley con pellicole dal titolo: Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock) del 1957 di Richard Thorpe, o il precedente Fratelli rivali (Love Me Tender, 1956) di Robert D. Webb… ” (Eccetera. Il resto qui:

http://it.wikipedia.org/wiki/Musicarello

Ebbene, dopo i musicarelli, abbiamo oggi una bella rinfilata di librarelli o LIBRI FIRMATI DA CANTANTI, sui quali le case editrici attuali paiono fare  gran conto per rimpinguare le proprie disastrate casse. Da Pupo ad Arisa a chi più ne ha più ne infili, non c’è cantante che prima o poi  non venga adescato e convinto a cimentarsi nel genere LIBRARELLO, per cui il consiglio che mi sento di dare a un aspirante scrittore dei nostri tempi è  il seguente: cerca di metterti in luce al festival di Castrocaro, l’attenzione degli editori arriverà di conseguenza.

Come mi viene. Vite di ferro e cartone