Dopo i casi Lippemanni e Thomas Jay, dibattuti di recente in questo blog, mi vengono segnalati altri trascorsi di Sant’Elido, protettore dei fake e degli astroturfer:
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/05/01/news/salvatore_siciliano-3755517/index.html
«Si rivela in un libro il misterioso personaggio che diffuse il proprio testamento online. Era tutta pubblicità. L’autore è un web marketing manager e manipolatore della rete: fu lui a trasformare le pagine Facebook in sostegno di Tartaglia in forum a favore di Berlusconi. E avverte: “Fate attenzione, perché è molto facile alterare la verità”.»
«”Sono un web marketing manager, ma sono anche un manipolatore della rete che lavora da anni sul web con decine di nomi diversi”. A parlare, dopo mesi di interrogativi, è Salvatore Cobuzio, classe 1978 di origine siciliana, controverso autore del libro Il testamento di Salvatore Siciliano, Fazi Editore, un caso mediatico preceduto da una potente campagna virale. »
Eccetera.
Capisco che la pubblicità in rete e il viral marketing costino poco, ma non è detto che producano sempre gli effetti desiderati. A giudicare da certi flop, anzi, si direbbe che siano spesso pericolosamente controproducenti.
E qui evidenzio un recente commento di Jan Reister (di Nazione Indiana) in coda al post “Alessandra Libutti su Thomas Jay” del 26 marzo scorso:
«La creazione di una finta campagna di promozione dal basso si chiama in gergo astroturfing ed è considerata una pratica scorretta e controproducente. Strano che l’autrice non se ne accorga.»
Per approfondimenti:
https://en.wikipedia.org/wiki/Astroturfing
da cui:
“The term is a derivation of AstroTurf, a brand of synthetic carpeting designed to look like natural grass.”
Per l’erba artificiale, il link è il seguente: